Dopo una resistenza costata l’impeachment alla presidente Dilma Roussef che lo aveva nominato ministro per garantirgli l’immunità, l’ex presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, mentore della Roussef, è stato comunque rinviato a giudizio dalla magistratura per «tentata ostruzione» dell’inchiesta sulle tangenti legate al colosso Petrobras. Insieme a lui saranno processati altri sei politici e banchieri, di aver cercato di comprare il silenzio dell’ex direttore del colosso petrolifero statale, Nestor Cerveró, condannato a 12 anni e tre mesi e poi divenuto collaboratore di giustizia.
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Cerveró avrebbe versato fondi neri ai vertici del Partito dei lavoratori di Lula e del presidente Dilma Rousseff, attualmente sospesa dalle sue funzioni. L’ex capo di Stato brasiliano, che è sotto indagine anche da parte della procura di Curitiba per sospetto riciclaggio di denaro e occultamento di fondi. L’ex presidente (e leader sindacale) Lula ha presentato ricorso al Consiglio dei diritti umani dell’ONU contro quelli che ha definito abusi di potere della magistratura.