Mentre il Governo propone di inserirlo nella bolletta, Altroconsumo lancia petizione per chiedere l’abolizione della tassa sulla tv di stato.
L’ultima trovata del Governo per cercare di arginare l’evasione del canone Rai fa leva da un lato sull’introduzione della tassa nelle bollette della luce e dall’altro sull’importo ridotto. Renzi ha dichiarato che la tassa sulla televisione pubblica passerà dagli attuali 113,50 a 100 euro e, volenti o nolenti, gli intestatari di un’utenza domestica di energia elettrica potrebbero trovarsi una voce in più (quella relativa alla tassa sulla tv) in bolletta. Una manovra sicuramente discutibile.
Si rischia di generare confusione
Come prima cosa, pensare di far ricadere il pagamento su tutti gli intestatari di un contratto di energia elettrica è sbagliato, perché si dà per scontato che questi siano tutti in possesso di una tv. In secondo luogo, l’introduzione del canone Rai in bolletta comporterebbe una gran confusione per il consumatore: si finirebbe per non sapere più quanto effettivamente si paga per l’energia elettrica e per il cittadino sarebbe difficile orientarsi. Nella bolletta della luce, inoltre, sono già presenti diversi oneri fiscali ed è impensabile che lo Stato inizi a utilizzarla per fare cassa.
È il momento di dire basta
Al momento il canone Rai è una tassa dello Stato e come tale va pagata. Per sapere tutto sul canone puoi consultare lo speciale che abbiamo dedicato proprio a questa tassa. Ma fare il proprio dovere di cittadino non significa rinunciare a far sentire la propria voce. Per superare sprechi e inefficienze che, da tempo, contraddistinguono la gestione antieconomica della Rai abbiamo organizzato una petizione per chiedere l’abolizione del canone.
Firma anche tu per chiedere l’abolizione del canone RAI
Al Presidente del Consiglio abbiamo chiesto di mostrare più coraggio nella riforma della Rai. Le misure ipotizzate al momento, per quanto apprezzabili, non sono sufficienti per porre rimedio alla situazione. Proponiamo perciò, nell’interesse dei cittadini, un pacchetto di riforme strutturali serio e sostenibile, attraverso alcuni interventi:
- Abolizione del canone
Che significherebbe restituire oltre 100 euro ogni anno alle famiglie italiane ed eliminare la pressione della politica che opprime il servizio pubblico radiotelevisivo. - Mantenimento di un solo canale pubblico
Come esito delle riforme, dovrà rimanere un solo canale di servizio pubblico che, indipendente e senza pubblicità, sarà chiamato a dare informazioni di qualità. - Privatizzazione degli altri canali Rai
Questo consentirà allo Stato anche di fare cassa. - Possibilità di fissare obblighi di servizio pubblico a carico delle altre reti private
Lo Stato mette infatti a disposizione degli operatori privati le frequenze, permettendo loro di guadagnare attraverso la pubblicità e la pay tv e, a fronte di questo, a tali operatori potrebbe essere chiesto il rispetto di alcuni obblighi di servizio pubblico. - Abolizione della Commissione parlamentare di vigilanza
La Commissione di vigilanza Rai non avrebbe più alcun significato e andrebbe pertanto abolita. Questo contribuirebbe a eliminare la pressione della politica sull’informazione televisiva. - Potenziamento dell’Antitrust e riforma dell’Agcom
Per evitare che la privatizzazione non abbia effetti negativi sulla pluralità dell’informazione occorre potenziare l’operatività dell’Antitrust in questo settore, a garanzia di una corretta ed efficiente concorrenza che produca benefici per i consumatori.
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Altroconsumo