Un enorme ceberattacco ha colpito il traffico di centinaia di siti web, soprattutto per gli utenti internet della costa est degli Stati Uniti, compresi quelli di Twitter, Financial Times, Spotify, Reddit, e-Bay e New York Times.
Il blocco di alcuni dei principali siti web è durato circa due ore, mentre ora il traffico è ripreso regolarmente. Lo rende noto la societa’ Dyn, i cui server sono stati presi di mira – si spiega – da pirati informatici che hanno mandato in tilt il sistema provocando un sovraccarico di traffico. Tra i siti colpiti dall’attacco ci sarebbero anche quelli di Visa, Amazon, Netflix, Cnn e Tumblr. (Ansa)
Un’offensiva hacker negli Stati Uniti ha colpito centinaia di siti, tra cui quelli di Visa, Twitter, Spotify, Cnn, New York Times, Netflix, Amazon, e-bay e Reddit che sono rimasti inaccessibili per almeno due ore, a partire da mezzogiorno ora italiana. I blackout si sono avvertiti soprattutto sulla costa orientale degli Stati Uniti ma non in Europa. L’attacco ha preso di mira l’hosting Dyn, il servizio che traduce i nomi dei siti web in indirizzi IP e il cui blocco impedisce alle aziende associate di caricare i propri siti.
Cosa sappiamo dell’attacco DDoS che ha spento mezza Internet
L’obiettivo dei due attacchi – il primo registrato alle 7 di mattina (le 13 in Italia) e il secondo alle 11 e 52 minuti – era Dyn, azienda del New Hampshire che eroga diversi servizi tra i quali la gestione dei Dns, le macchine che associano i nomi di siti agli opportuni indirizzi Ip. A farne le spese diverse risorse web tra le quali Twitter, eBay, New York Times, il sito del Financial Times, Spotify, alcuni circuiti Visa, Netflix, Reddit e molti altri ancora.
Entrambi gli attacchi sono stati di tipo DDoS, tecnica con cui un server viene bombardato di richieste fino a renderlo incapace di soddisfarle. Se l’oggetto dell’offensiva è un server Dns, allora tutti i server che fanno riferimento a questo rimangono irraggiungibili o difficilmente raggiungibili.
La fragilità della rete diventa più palese quando si verificano episodi simili, basti pensare che un Dns instrada decine di migliaia di nomi di dominio e colpirne anche uno solo ha ripercussioni a cascata su tutti i siti che gestisce.
L’attacco è stato confermato da Scott Hilton, vicepresidente esecutivo di Dyn, e per più di due ore ha compromesso il traffico della costa orientale fino ai confini con il Canada. Gli effetti si sono avvertiti meno in Europa e in Asia.
Per chiarire le reali dimensioni degli attacchi e l’origine degli stessi si è mosso anche l’Homeland security, il dipartimento Usa di Sicurezza interna che ha chiesto la collaborazione dell’Fbi.
Chris Baker, analista di Dyn, aveva scritto sul blog aziendale un post relativo all’impatto che i gestori di servizi Dns hanno sulla rete.
Fonte: Wired.it