Per l’Italia «i rischi sembrano essere alti nel medio termine da una prospettiva di analisi della sostenibilità del debito, in seguito a un elevato livello di debito alla fine delle proiezioni» nel 2026 e alla «alta sensibilità a possibili shock alla crescita nominale e ai tassi d’interesse». Così il rapporto della Commissione Ue sulla sostenibilità delle finanze pubbliche. Con il rapporto annuale sullo stato della finanza pubblica nella Ue, la Commissione europea indica che in Italia «è necessaria una forte determinazione nel miglioramento della posizione di bilancio per assicurare il rispetto della regola del debito» perché a bocce ferme, nei prossimi anni il Paese ha un «rischio per la sostenibilità molto elevato».
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Di qui l’indicazione di un saldo primario strutturale attorno al 4% (precisamente al 3,8%) nel periodo 2017-2026 «significativamente più elevato» (1,3%) di quanto previsto per il 2017. Il rapporto pubblicato oggi non è l’atteso giudizio sulla legge di bilancio 2016, atteso per la primavera, ma un’analisi Paese per Paese e a livello aggregato (Ue ed Eurozona) della situazione della finanza pubblica. L’analisi della Dg Ecofin indica, sostanzialmente, che nel 2017 per rispettare la regola del debito l’Italia dovrebbe riprendere la «corsa» normale dell’aggiustamento di bilancio dopo due anni di flessibilità.
Fonti Mef: no rischi Italia, da 2016 giù debito
A stretto giro la replica del Mef (nella foto in alto: Maria Cannata, dirigente del ministero per il debito pubblico), per il quale il rapporto sulla sostenibilità della Commissione Ue «conferma ancora una volta che i conti pubblici italiani non presentano rischi nel breve termine e sono in assoluto i più sostenibili di tutti nel lungo termine». Lo sottolineano fonti del Tesoro, osservando che «il pesante debito pubblico rende il paese più esposto in caso di shock esterni», motivo per cui l’Italia è classificata su questo fronte «ad alto rischio. Per questo il governo – si ribadisce – ha programmato nel 2016 il debito in discesa per la prima volta dopo 8 anni».
Ue: rischi alti su debito Italia in medio periodo
Nelle due pagine del rapporto europeo sulla situazione italiana non si fa riferimento né alle richieste italiane per avere il massimo di flessibilità nei conti pubblici su riforme, investimenti e spese per la crisi dell’immigrazione, né ai contenuti specifici della Finanziaria 2016, sulla quale la Commissione si pronuncerà in primavera. Però dall’analisi della sostenibilità delle finanze pubbliche nazionali possono essere distillate alcune conseguenze, almeno sul piano analitico. E la prima indicazione è appunto quella che dal 2017, per rispettare la regola del debito che prescrive di ridurlo in modo costante e secondo certi parametri, l’avanzo primario strutturale dovrebbe essere più alto di quanto previsto.