Dopo aver incontrato Plutone da vicino, la sonda New Horizon della Nasa si spinge alla scoperta dei piccoli enigmatici oggetti che si trovano agli estremi confini del Sistema Solare. Il prossimo obiettivo è un pianetino ghiacciato che si trova a 6,4 milioni di chilometri dalla Terra. Lo incontrerà a Capodanno del 2019 e sarà il più distante corpo celeste mai raggiunto da un veicolo costruito dall’uomo.
Di 2014 MU69 si conosce pochissimo e non ci sono certezze né della sua posizione né dalla dimensione, «non so se somiglierà a una piccola ‘mora’, con piccoli grumi tenuti insieme, o se possa essere un frammento di un oggetto più grande – ha detto Will Grundy, dell’Osservatorio Lowell e uno dei responsabili scientifici della missione – ma sarà divertente scoprirlo».
Il piccolo oggetto è troppo piccolo e poco illuminato per poter essere studiato da Terra e dalle immagini scattate dal telescopio spaziale Hubble si stima che abbia un diametro compreso tra i 20 e i 40 chilometri. Una ‘montagna’ grande tra le 2 e le 5 volte l’Isola d’Elba e che come tutti gli oggetti che si trovano ai margini del Sistema Solare, la cosiddetta fascia di Kuiper, è considerato un ‘fossile’ risalente a oltre 4 miliardi di anni fa.
Lanciata nel 2006, la sonda New Horizon ha permesso per la prima volta di conoscere Plutone da vicino, stravolgendo le poche conoscenze che si avevano fino ad allora. I dati hanno infatti indicato che il pianeta nano è ancora geologicamente vivo, possiede una tenue atmosfera, e forse oceani sotterranei e vulcani che eruttano ghiaccio. Dati inattesi che dimostrano come anche i pianeti più piccoli e lontani abbiano una grande complessità e hanno riacceso l’entusiasmo sullo studio delle periferie del Sistema Solare, considerate finora semplicemente come dei luoghi ‘morti’. (Ats Ans)