“Considerare la crisi migratoria solo come un costo è un errore” dicono dalla banca svizzera. “Con una popolazione europea sempre più vecchia, questo è l’unico modo per aumentare la crescita”. E la Germania l’ha capito bene.
La crisi migratoria europea ha raggiunto livelli mai toccati in precedenza. E in futuro la situazione non dovrebbe rientrare. Tanto che per i prossimi cinque anni si stima che circa 5 milione persone si stabilizzeranno nel Vecchio Continente, ovvero l’1,5% dell’intera popolazione europea, oggi stimata a 340 milioni. Per dare un’idea della grandezza del fenomeno l’Onu sottolinea che a livello globale ogni 122 persone oggi c’è un rifugiato. “Presi insieme questi 60 milioni di immigrati potrebbero rappresentare il ventiquattresimo maggior Stato la mondo”, nota Credit Suisse che ha dedicato un report a questo tragico record che però, se letto con le lenti degli analisti, può portare benefici all’Europa.
In termini economici il flusso migratorio – secondo la banca d’affari –non va considerato solo un costo”Ad esempio la cancelliera Angela Merkel ha probabilmente intravisto i benefici di questi nuovi ingressi per un’economia come quella tedesca su cui pesa una popolazione in rapido invecchiamento”, spiega il Credit Suisse, specificando che “visto che gli immigrati sono soprattutto di giovane età, gli effetti si faranno sentire sulla crescita economica di Eurolandia alleviando le preoccupazioni sui trend di invecchiamento e quindi sulla sostenibilità dei sistemi previdenziali”, sottolinea Credit Suisse.
Credit Suisse che ha provato a stimare l’impatto sul pil della zona euro rispetto alle previsioni di crescita di base della Commissione europea. “Nel periodo 2015-2023 calcoliamo che la crescita media potenziale stimata dalla Commissioni Ue, pari all’1,1% annuo, potrebbe essere alzata dello 0,2% all’1,3% con un miglioramento più incisivo soprattutto quest’anno e nel 2016”, spiega Credit Suisse che per il 2015 si attende che il pil salirà all’1,3%, mezzo punto in più delle attese della Commissione Ue (0,8%) per quest’anno.
“Per l’area euro il netto aumento degli immigrati è un beneficio a breve e anche a lungo termine”, prosegue Credit Suisse. Sul primo fronte, “la crisi dell’immigrazione rappresenta per gli Stati una leva per negoziare con Bruxelles obiettivi di politica fiscale più favorevoli. Austria, Italia e Francia hanno già evidenziato il fatto che il previsto aumento della spesa pubblica per gestire questi flussi deve necessariamente esser visto come uno shock causato da fattori esterni”, evidenzia ancora l’investment bank sottolineando quindi che la spesa pubblica potrebbe aggiungere uno 0,2-0,3% al Pil della zona euro nel 2016.
Per quanto riguarda i risvolti a lungo termine Credit Suisse cita alcune analisi dell’Ocse dalle quali emerge che i contributi sociali e le tasse pagate dagli immigrati quando entrano nel mercato del lavoro sono superiori ai benefit che ricevono dagli Stati.
“Gli sforzi per integrare bene e presto gli immigrati nell’economia del Paese sono cruciali e devono essere visti come un investimento piuttosto che come un costo”, avverte Credit Suisse. Non solo. I flussi migratori, composti attualmente da persone giovani, sono utili per compensare il trend di invecchiamento della popolazione che preoccupa Paesi come la stessa Germania ma anche, come noto, l’Italia. “Quest’ultima ha il secondo più alto peso al mondo degli over 65 anni sul totale dei cittadini, la Germania è al quinto posto”, sottolinea Credit Suisse. Senza dimenticare che il tasso di fertilità di questi Stati è al di sotto di quello che permette di tenere in equilibrio la popolazione (2,1 figli per donna).
Credit Suisse evidenzia che una metà degli immigrati che sono entrati quest’anno in Germania hanno un’età compresa tra i 18 e i 34 anni e i tre quarti del totale è comunque in età da lavorativa.
Consuelo
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http://blog.ilgiornale.it/rossi/2015/04/25/la-bomba-demografica-contro-leuropa/
ronin
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…grazie… interessante…
ronin
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Immigrazione, Svezia e Islam: qualche cifra per ragionare e capire
Di Mauro Bottarelli