“Internet è strettamente correlata al problema del suicidio giovanile e adolescenziale”. Parola di Bernardo Carpiniello, presidente eletto della Società italiana di Psichiatria. Secondo dati internazionali citati dal medico, “le persone giovani che si suicideranno vanno a cercare con una frequenza notevole (20-25% dei casi) su Internet e siti specifici come fare, ad esempio, per suicidarsi in maniera sicura”.
Per quanto riguarda l’Italia, sottolinea Carpiniello, c’è lo stesso rischio: uno studio dell’Università di Napoli evidenzia che digitando la parola suicidio su Google è più facile trovare portali su come ci si suicida che siti di prevenzione e assistenza. “Le istituzioni dovrebbero porre la riduzione concreta del suicidio come obiettivo di salute pubblica – è l’opinione dello psichiatra -. In Europa ci sono 13 Paesi che hanno piani strutturati di lotta al suicidio e in 5 Paesi europei i piani sono in fase di attuazione. Purtroppo – conclude -, l’Italia non è tra questi”.
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Mario Maj, ordinario di psichiatria della II Università di Napoli, ricorda che “nelle ricerche su Internet il numero di pagine web occupate da siti a favore del suicidio e che forniscono consigli su come togliersi la vita è superiore rispetto al numero di quelli dedicati alla prevenzione e al sostegno, e l’accessibilità dei primi è migliore rispetto a quella dei secondi”. Lo psichiatra invoca “la necessità di un piano nazionale di prevenzione del suicidio”.
Quanti suicidi si verificano in Italia? “Circa 4.000 ogni anno”, fa sapere Maurizio Pompili, medico, psichiatra e responsabile del Servizio per la prevenzione del suicidio dell’Azienda ospedaliera Sant’Andrea di Roma. “Abbiamo osservato un aumento nei tempi più duri della crisi economica, con un incremento del 12% tra i maschi tra i 25 e i 69 anni”, dichiara inoltre il medico. “Nel resto del mondo – conclude l’esperto – ci sono circa 880mila suicidi all’anno, con tassi allarmanti in Asia, ex Unione sovietica, Cina e Giappone. Anche in Europa del Nord tassi superiori ai nostri ma, indipendentemente da questi, l’Organizzazione mondiale della Sanità richiama tutti gli Stati membri ad assumere misure preventive”.