La Brexit complica forse definitivamente la strada al Ttip. La Gran Bretagna, da sempre primo partner commerciale degli Stati Uniti in Europa, ormai è fuori, se non formalmente, almeno in sostanza dalla Ue, e non può più essere quel garante necessario al Vecchio continente per portare avanti il trattato che svincola i rapporti con l’America.
A ciò va sottolineato, però, che non c’entra la Brexit con la crepa del Ttip, che piano piano è diventata una frattura quasi insanabile, ma di certo il referendum del 24 giugno scorso ha dato una spallata molto forte ai sogni di gloria di chi pensava di chiudere tutto entro la fine del mandato di Barack Obama alla Casa Bianca. Inoltre, a fare da contorno ai cattivi presagi ci si è messo anche quel movimento popolare, trasversale, che in entrambi i lati dell’Atlantico ha cercato in tutti i modi di bloccare i negoziati, in pieno contrasto con l’avanzare della globalizzazione sentimento ha guadagnato la trazione su entrambi i lati dell’Atlantico.
In questo scenario, a creare ulteriori incertezze si pongono davanti date molto importanti: le elezioni in America del prossimo autunno e quelle in Francia e Germania, previste per il 2017. E l’aria che tira non è delle migliori, soprattutto a Berlino, dove nel mese di maggio dall’indagine della DeutschlandTrend per l’emittente televisiva Ard risultò che il 70% dei tedeschi è contrario all’accordo. Un incremento di ben 15 punti percentuali rispetto ai sondaggi del 2014. E in Europa la voce della Germania conta. Anche più di quello che dovrebbe.
Davide
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Volesse se il Cielo!!!