Il Partito democratico americano parte al contrattacco, dopo lo scandalo delle 20mila mail partite dal quartier generale Dem per screditare Bernie Sanders e favorire Hillary Clinton, svelato da Wikileaks. Dallo staff della candidata democratica parte un’accusa pensantissima, riportata dalla Cnn: i messaggi di posta elettronica sarebbero stati rubati da un gruppo di hacker russi, in contatto con il Comitato nazionale di Donald Trump, per aiutare il magnate repubblicano nella corsa alla Casa Bianca. Un intreccio degno dei migliori sceneggiatori di film sul cyber-crime.
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Eppure James Trainor, vice direttore per la divisione informatica dell’Fbi non ha escluso del tutto questa ipotesi. I federali sono stati immediatamente spediti al Democratic National Committee per investigare sulla fuga di notizie, ma contemporaneamente una equipe di esperti si è presentata anche dai repubblicani, dove però non sono stati riscontrate le stesse intromissioni. In una intervista alla tv americana ha parlato di intensificazione dei controlli sulle reti dei computer, confermando un aumento di infliltrazioni nei sistemi. I ricercatori della Dnc, invece, non hanno dubbi: gli hacker che lavorano per il governo russo sono stati responsabili degli attacchi ai loro sistemi durante tutto l’anno, anche se l’Fbi e tutte le altre agenzie statunitensi coinvolte nelle indagini non hanno ancora confermato questa versione. Sebbene gli esperti, ufficiosamente, riscontrino segni che il modus operandi di questi hacker sia molto simile a quelli dell’intelligence russa.
La storia però non è destinata a finire con la divulgazione delle mail anti-Sanders. I funzionari Usa, infatti, dopo un anno intero di intrusioni sui sistemi si aspettano altre fughe di dati. La campagna elettorale americana, dunque, potrebbe diventare ogni settimana sempre più infuocata.
Consuelo
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Wikileaks ha diffuso il testo di 19.252 mail da cui emerge una possibile parzialita’ dei vertici dell’Asinello durante le primarie per scegliere il candidato alla Casa Bianca. Dalle mail emerge la strategia dell’ex segretario di Stato per battere il suo rivale Bernie Sanders, ma anche le tensioni tra la vecchia guardia del partito e le forze emergenti legate al senatore del Vermont. Gia’ durante la sua battaglia, Sanders aveva accusato il Comitato Nazionale Democratico di favorire la Clinton. Le mail riguardano sette figure chiave del Patito democratico, tra cui il direttore comunicazione, Luis Miranda, quello finanziario, Jordon Kaplan, il capo del dipartimento finanze, Scott Comer e il direttore dati e iniziative strategiche, Daniel Parrish……..
http://www.agi.it/estero/usa-2016/2016/07/24/news/la_guerra_sporca_di_hillary_a_sanders_avvelena_la_convention-962463/
robyuankenobi
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m.mazzoni
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Questi ultimi avenimenti delle nuove mail, dimostrano che personaggino è la Clinton, ma come al solito loro indicano il dito, gli hacker russi e non la luna, che dal quartier generale dei dem siano partite mail per screditare Sanders, vedremo in settima cosà dirà l’interessato, se ritirerà l’endorsement, in ogni caso pochi pochissimi sostenitori di Sanders con o senza endorsement voteranno per la Clinton a novembre.
Davide
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ronin
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“Suicidato” l’hacker che svelò al mondo le mail della Clinton
http://www.informazionelibera.net/suicidato-lhacker-svelo-al-mondo-le-mail-della-clinton/
Il giornale Christian Times (qui) ha reso noto che l’hacker rumeno Guccifer, che aveva carpito e diffuso le mail contenute nel computer di Hillary Clinton, è stato ritrovato senza vita nella cella della prigione della Virginia. Guccifer conosciuto come Marcel Lazar Lehel, aveva subito l’estradizione negli USA, dopo la diffusione della corrispondenza istituzionale della chiacchierata candidata presidenziale Clinton. Le mail incrimante testimoniano come l’ex responsabile della politica estera di Obama, facesse un uso improprio e illegale, atto a ricavare vantaggi personali, non solo politici, dalle informazioni istituzionali riservate.
E’ assai singolare che il “suicidio” di Guccifer avvenga appena quattro giorni dopo che il FBI discolpasse la ex ministro quando una commissione di indagine parlamentare voleva veder chiaro nella oscura vicenda. Il FBI ha bloccato -per ora- ogni ulteriore approfondimento, come se la diffusione anomala di dati riservati del Dipartimento di Stato sia meno importante della prospettiva elettorale di una candidata poco scrupolosa.
Christian Times rivela inquietanti dettagli relativi alla dinamica della morte dell’hacker rumeno, troppo frettolosamente caratterizzata come “suicidio”. La Clinton è una candidata che ha troppo piombo nelle ali. Come presidente avrà un volo a raggio ridotto?