Si blocca la domanda interna nel secondo trimestre, dal lato dei consumi e per gli investimenti va ancora peggio. Questi gli elementi che hanno determinato la frenata del Pil nel II trimestre 2016 (crescita zero, ma su base annua è +0,8%). Secondo i dati Istat sui conti economici trimestrali appena diffusi, i consumi, dopo aver registrato aumenti per quattro trimestri consecutivi, tornano allo zero congiunturale, in particolare quelli delle famiglie con +0,1% dopo il +0,4% del primo trimestre (+0,3 nel quarto 2015, +0,5% nel terzo e nel secondo).
Su base tendenziale la variazione scende a +1,1% da +1,5% (famiglie da +1,7% a +1,2%). Per gli investimenti il dato torna addirittura negativo dopo cinque trimestri: -0,3% dopo +0,8% del trimestre precedente (1% nel quarto 2015); rallentamento anche su base tendenziale con +2,1% da +2,3%. Ferme le costruzioni (da -0,4%). Riprende invece l’export con un aumento dell’1,9% congiunturale dopo -1,2% nei primi tre mesi e +0,8% tendenziale (da +0,1%), sempre distante comunque dalle variazioni dei trimestri precedenti tutte ben oltre il 2%.
Entrando nello specifico, gli investimenti delle imprese “in macchinari, attrezzature e prodotti vari” sono diminuiti nel secondo trimestre 2016 dello 0,8% rispetto al trimestre precedente e dello 0,3% rispetto allo stesso periodo del 2015, nonostante i superammortamenti inseriti nell’ultima Legge di Stabilità. A controbilanciare l’andamento negativo del comparto, è stato il livello sostenuto degli investimenti in mezzi di trasporto (+1,4% trimestrale e ben +35,7% su base annua). Gli investimenti in costruzioni sono rimasti fermi su base congiunturale e sono aumentati dell’1,2% su base tendenziale. Nel complesso gli investimenti fissi lordi sono diminuiti dello 0,3% rispetto al primo trimestre e sono aumentati del 2,1% rispetto al secondo trimestre 2015.