Ecco perché in Italia le riforme non funzionano

Un’analisi impietosa della Reuters mette nero su bianco le falle del sistema italiano: “Venti anni di riforme, tutte insufficienti”.  “E’ da circa vent’anni che l’Italia approva una riforma …

Un’analisi impietosa della Reuters mette nero su bianco le falle del sistema italiano: “Venti anni di riforme, tutte insufficienti”. 

“E’ da circa vent’anni che l’Italia approva una riforma dietro l’altra. Ma tutte hanno avuto un impatto limitato perché sono spesso superficiali o scarsamente applicate. E come se ciò non bastasse nessuna di queste va in una direzione precisa”. E’ questa l’impietosa analisi dell’agenzia di stampa inglese Reuters, che aggiunge: “negli ultimi due decenni, il Paese ha messo a punto almeno quattro riforme del mercato del lavoro, tre della pubblica amministrazione, tre sul sistema di istruzione e innumerevoli modifiche del sistema giudiziario”. Ad allungare la lista “negli ultimi otto anni, ci sono stati tra l’altro sette pacchetti di legge per ridurre la burocrazia”.

I risultati? “Nessuna crescita economica dal lancio dell’euro, tasso di occupazione più basso della zona euro dopo la Grecia; percentuale più bassa di laureati nell’UE e il sistema di giustizia civile più lento, secondo Eurostat e Ocse”. “Per chiudere una procedura fallimentare ci vogliono ancora otto anni e sono otto mesi per ottenere un permesso di costruzione, secondo il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale”.

“Arrestare il declino – continua l’articolo – richiede un cambio di direzione delle politiche, ma l’Italia non sembra aver deciso dove vuole andare. I suoi leader si esprimono a favore di tagli delle tasse e riduzioni della spesa, ma le tasse, la spesa e i debiti continuano ad aumentare e fare le riforme ha finito per essere visto di per sè come un merito”.

Cos’è allora che sta andando male? Per l’economista Mauro Pisu, capo del desk Italia dell’Ocse, molte riforme approvate dal Parlamento non sono andate del tutto a regime perché sarebbero stati necessari ulteriori decreti attuativi. E anche quando l’iter viene completato, “spesso le riforme vengono semplicemente ignorate”.

“Puoi approvare tutte le riforme che vuoi”, spiega Pisu, “ma non aiutano se la pubblica amministrazione non lavora in modo adeguato per metterle in pratica”. In più, “le riforme in Italia sono state tendenzialmente marginali e hanno protetto gli insider, coloro che hanno i cosiddetti “diritti acquisiti“, penalizzando invece i giovani”.

Per Vito Tanzi, ex direttore del dipartimento Politiche fiscali del Fondo monetario internazionale “l’Italia ha bisogno di una rivoluzione culturale, politica e amministrativa. L’idea che questo possa essere ottenuto con più flessibilità di bilancio e usando gli stessi modelli del passato, con qualche piccolo adattamento, sarebbe una tragica illusione“.

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