Trump cita il Duce: “Meglio vivere un giorno da leone che 100 anni da pecora”. E Ted Cruz, l’unico repubblicano in grado di concorrere per la nomination, lancia accuse durissime contro il miliardario. “Non ha ancora reso pubbliche le sue dichiarazioni sulle tasse, c’e’ sicuramente una bomba nascosta”, ha detto Cruz. Secondo alcune indiscrezioni, si starebbe lavorando a un piano B che include la discesa in campo di Mitt Romney nel caso in cui Marco Rubio dovesse perdere in Florida.
Accuse circostanziate, quelle di Cruz: “Trump dovrebbe dirci se ha finanziato Planned Parenthood” (l’ente odiato dai conservatori che fa assistenza medica alle donne, comprese pratiche di aborto). “E dovremmo sapere – ha detto Cruz in un’intervista a Meet The Press su Nbc – se Trump non presenta la dichiarazione delle tasse per nascondere i pagamenti effettuati da sue societa’ ad aziende di costruzione legate alla mafia, come quelle di Anthony “Fat Tony” Salerno, oggi in carcere”. Non sono rumors senza circostanza? viene chiesto a Cruz. “La notizia di legami di Trump con la mafia e’ stata divulgata nelle scorse settimane da vari media, tra cui Abc e Cnn”, risponde il senatore del Texas.
Stando a quel che e’ stato pubblicato e verificato da documenti presentati al tribunale di Manhattan, la S&A Construction era una societa’ posseduta da Anthony “Fat Tony” Salerno, oggi in carcere per mafia, capo della famiglia Genovese di New York, e da Paul Castellano, capo della famiglia Gambino, sempre di New York, assassinato da John Gotti, anche lui in carcere con una condanna all’ergastolo per associazione mafiosa. Secondo le indagini del biografo non autorizzato di Trump, il giornalista Wayne Barrett, riprese in un servizio di Cnn, la S&A Construction avrebbe costruito il condominio Trump Plaza a Manhattam.
Nel dicembre 2015 la rete TV Abc mando’ in onda un servizio secondo cui Trump in una deposizione legale diceva di non conoscere Felix Sater, un emigrante russo arrestato due volte per connessioni con la mafia. Il tutto nonostante Sater avesse un biglietto da visita del gruppo Trump con la qualifica “senior advisor to Donald Trump” e nonostante avesse giocato un ruolo in diversi progetti del gruppo gestito dal magnate newyorkese.
Martedi’ 1 marzo – noto come Super-Tuesday – le elezioni si aprono alle primarie in 11 stati, dopo di che ci sara’ una fotografia chiara del numero di delegati raccolti da ciascun candidato sul fronte repubblicano, e quel punto sara’ molto difficile fermare Trump (la cui nomination e’ invisa all’establishment del partito repubblicano). Sul fronte democratico i sondaggisti danno per scontata la vittoria, con un ampio margine, di Hillary Clinton su Bernie Sanders. La ex First Lady sara’ quindi la candidata dei democratici per le elezioni di novembre.
Trump twitta Mussolini, gaffe o provocazione?
Donald Trump ha pubblicato sul suo profilo Twitter la frase “Meglio vivere un giorno da leone che cento giorni da pecora”. La citazione, attribuita erroneamente a Mussolini, è stata ritwittata dal candidato alle primarie Usa, che l’ha ripresa dall’account “ilduce2016”: il profilo ha come logo una foto di Mussolini con la chioma bionda di Trump. La Rete si è indignata, ma il milionario ha sottolineato che non si è trattata di una gaffe.
“Voglio essere associato a buone citazioni. Mi piaceva come suonava…”, ha affermato dal canto suo in un’intervista alla Msnbc durante la quale gli è stato chiesto se voleva essere paragonato al dittatore. “Sapevo di citare Mussolini”, ma era una citazione interessante. “Che differenza fa?”, ha ribadito.
Trump le “spara grosse” e i repubblicani pensano al piano B: candidare Mitt Romney – Una corsa contro il tempo per quella che sembra ormai una “missione impossibile”: fermare Donald Trump. Il partito repubblicano cerca di correre ai ripari – scrive il New York Times – per evitare la conquista della nomination da parte del tycoon, vista come un’ipotesi “catastrofica”.
Secondo alcune indiscrezioni, si starebbe lavorando a un piano B che include la discesa in campo di Mitt Romney nel caso in cui Marco Rubio dovesse perdere in Florida. I lavori dietro le quinte continuano: si cerca un candidato unico su cui puntare, ma la platea resta troppo frammentata con Ted Cruz e Marco Rubio che, neanche unendo i voti, sembrerebbero in grado di fermare l’ascesa di Trump. Gli sforzi finora condotti per unire il partito dietro un unico candidato sono falliti miseramente, mostrando “un vuoto nella leadership, un senso di indecisione che paralizza le decisioni e una disperazione” ai vertici del partito.
***
Hillary Clinton ha vinto nettamente le primarie democratiche in South Carolina. L’ex First lady Usa ha ottenuto il 73,5% delle preferenze conquistando 39 delegati mentre il suo principale sfidante, Bernie Sanders, si è fermato al 26% (14 delegati). “Altro che costruire muri, dobbiamo buttare giù tutte le barriere“, ha commentato a caldo la Clinton riferendosi al favorito per la nomination repubblicana, Donald Trump.
“L’America è già grande” – Subito dopo un’altra stoccata a Trump: “Non dobbiamo far tornare l’America Grande (lo slogan del miliardario è Make America Great Again, ndr), l’America già lo è”. Poi è tornata a parlare della sfida per ottenere la candidatura democratica: “Avete inviato un messaggio: in America, quando siamo tutti insieme, non ci sono barriere troppo grandi per essere abbattute. La campagna diventa ora nazionale. Competeremo per ogni voto in ogni Stato. Non diamo nulla e nessuno per scontato”. Infine il tweet: “Grazie South Carolina”.
Clinton meglio di Obama tra afroamericani – Numeri alla mano, la Clinton è riuscita a raccogliere l’84% del consenso degli afroamericani: Obama si era fermato al 78%. Per Clinton è la terza vittoria su quattro Stati che hanno già votato per le Primarie.
Trump: “Me la vedrò con la Clinton” – Immediata anche la reazione al voto in South Carolina da parte di Trump: “Mi troverò probabilmente a competere con Hillary Clinton alle elezioni generali”.
Sanders lo sconfitto: “Non è finita” – Non ha alcuna intenzione di ritirarsi dalla corsa, nonostante la pesante sconfitta, Bernie Sanders. Dopo i complimenti di rito alla Clinton, l’esponente democratico ha dichiarato: “Voglio essere chiaro. La campagna è solo all’inizio. Noi abbiamo vinto in New Hampshire. Clinton ha vinto in South Carolina. Ora guardiamo al Supertuesday” del Primo marzo, quando 11 stati americani voteranno”.
Il Primo marzo in scena il Super-martedì – Quarantotto ore di pausa e poi si torna in scena. Ma questa volta si fa sul serio. Martedì 1 marzo le primarie entraranno nel vivo con il super-tuesday. Quattordici gli Stati al voto: Alabama, Alaska (solo Repubblicani), Arkansas, Colorado, Georgia, Massachusetts, Minnesota, North Dakota (solo Repubblicani), Oklahoma, Tennessee, Texas, Vermont, Virginia, Wyoming (solo Repubblicani).
Repubblicani, colpi bassi Trump-Rubio – Sul fronte repubblicano, intanto, si infiamma il dibattito interno in vista del Super-martedì che potrebbe decidere chi sarà il candidato alla Casa Bianca per il Gop. Il favorito Trump, accusato di aver assunto clandestini e di non aver resa pubblica la sua dichiarazione dei redditi, risponde per le rime al suo principale sfidante, Marco Rubio: “E’ un bugiardo. Io non sono un truffatore, è lui ad aver rubato al Partito repubblicano”.
***
zorrax
145 commenti
popolarità 181
robyuankenobi
1884 commenti
popolarità 930
Consuelo
870 commenti
popolarità 1273
L’Fbi ha confermato che è in corso un’indagine sull’uso da parte di Hillary Clinton di un account di posta privato quando era segretaria di Stato. Lo hanno specificato gli stessi federali in una lettera inviata a Foggy Bottom. ( Ticinonline)
Donald Trump e il fallimento dei media
Alcune previsioni
“Una farsa collaterale, buona per farsi una risata estiva“, secondo il New York Times.
“Un buffone da non prendere sul serio“, secondo il Washington Post.
“Un joke che sparirà in autunno” secondo la CNN.
http://www.glistatigenerali.com/america-mondo/donald-trump-e-il-fallimento-dei-media/