Nel corso dell’ultima settimana il vantaggio di Hillary Clinton su Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca è aumentato. Lo rivela un sondaggio NBC News/SurveyMonkey pubblicato ieri. Nella settimana in cui Clinton ha ottenuto la nomination democratica e Trump ha attaccato il giudice Gonzalo Curiel, l’ex segretario di stato è al 49% sul piano nazionale, contro il 42% dell’immobiliarista miliardario. Il vantaggio di Trump tra gli elettori bianchi si è ridotto a nove punti con un 50% contro il 41% della Clinton. Mentre l’ex first lady è in vantaggio di 25 punti nella fetta d’elettorato che si definisce “moderata” (58% a 33%). Tra gli elettori maschi Trump è ora a 51% su 42%, la settimana scorsa il vantaggio era di 14 punti.Nell a gara a quattro che comprende il candidato libertario Gary e la verde Jill Stein, Clinton è al 42% sul 38% di Trump. Johnson ha ottenuto il nove per cento dei consensi, Stein il cinque. Indipendentemente dalle scwelte personali, il 54% degli americani è convinto che Clinton sarà il prossimo presidente degli Stati uniti, il 40 per cento dice che vincerà Trump.
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Hillary Clinton ha vinto le primarie di Washington Dc, l’ultimo appuntamento elettorale prima della convention di luglio del partito democratico a Philadelphia. Queste votazioni non avevano alcuna importanza dal punto di vista numerico, visto che Clinton aveva già superato quota 2.383 delegati necessari per aggiudicarsi la nomination. La domanda più importante in questo momento riguarda Bernie Sanders e il suo futuro.Ieri sera ha avuto un colloquio privato con Clinton. Diverse persone vicine al senatore del Vermont sostengono che nell’incontro Sanders avrebbe chiesto alla candidata alle presidenziali dei democratici una serie precisa di rassicurazioni. In pratica la certezza che Clinton porti avanti la piattaforma di Sanders, soprattutto includendo battaglie come quella sulla paga minima oraria a 15 dollari per i lavoratori federali. E ancora il rinnovo delle infrastrutture attraverso la creazione di posti di lavoro e università pubbliche di qualità.Fino a questo momento Sanders si è rifiutato di ritirarsi dalla corsa e di far votare i suoi delegati per Clinton. Una strategia precisa per aumentare il peso della sua corrente attraverso il partito, che proprio ieri ha detto che necessita di essere completamente riformato.Domenica Sanders aveva detto che non aveva alcuna intenzione di cedere e che avrebbe continuato fino alla convention a fare campagna elettorale nel tentativo di chiamare verso sé i super delegati. Una strada molto difficile da percorrere, ma soprattutto molto pericolosa per i democratici che potrebbero così dare spazio a Donald Trump. Adesso si attende solo l’annuncio che Sanders ha detto che farà alle 20.30 ora di New York. Sarà il momento in cui capire la scelta finale del Senatore: se andrà alla guerra, oppure, come ha detto, collaborerà con Clinton.