Equitalia abusa del potere di riscossione, condannata a risarcire 40mila euro

Un notaio di Sassari aveva un debito di 52mila euro, ma un funzionario gli aveva sequestrato ville, terreni e una macchina di valore ben più alto del debito. Dopo …

Un notaio di Sassari aveva un debito di 52mila euro, ma un funzionario gli aveva sequestrato ville, terreni e una macchina di valore ben più alto del debito. Dopo 5 anni la magistratura gli dà ragione e condanna l’ente.

I contribuenti di tutta la Sardegna possono esultare: una volta tanto è Equitalia a pagare una sanzione. Sono 40 mila euro, che per i giudici della Commissione tributaria provinciale di Sassari compensano quello che viene definito nella decisione un «abuso del diritto». Quale abuso? Semplice: probabilmente per una sequenza di disguidi un notaio sassarese aveva maturato un debito tributario di 52mila euro.
Pur di recuperarli, il 14 dicembre 2010 Equitalia gli aveva messo sotto ipoteca 33 beni immobili tra ville, appartamenti, terreni, autorimesse ed edifici rurali per un valore imprecisato ma certamente nell’ordine dei milioni di euro. Come se non bastasse, il solerte funzionario di Equitalia aveva imposto il fermo amministrativo di uno scooter e di una Bmw immatricolata nel 1999, per un valore irrisorio rispetto ai beni ipotecati a garanzia del credito. Il notaio non l’aveva presa bene: prima aveva saldato il debito col Fisco, subito dopo aveva presentato un ricorso alla Commissione tributaria lamentando di aver subìto un trattamento vessatorio.
La ragione è facilissima da comprendere: accertato il credito, Equitalia ha il potere di bloccare beni per la cifra corrispondente o comunque vicina all’ammontare contestato. In questo caso si era allargata un po’ troppo, mettendo i sigilli virtuali all’intero quanto invidiabile patrimonio immobiliare del notaio, tra Sassari, Alghero, Pozzomaggiore, Perfugas e Oschiri.
La giustizia tributaria però non è rapidissima, ci sono voluti infatti più di cinque anni perché il professionista ottenesse soddisfazione per quello che riteneva un atto arbitrario. Soddisfazione piena, però: intanto perché Equitalia dovrà versare 40 mila euro per averne recuperato 52 mila. Poi perché le valutazioni dei giudici tributari sono categoriche e non renderanno certo felici i vertici della società di riscossione.
Scrivono i giudici che «l’esercizio del potere impositivo è codificato dal legislatore con limiti discrezionali che devono tener conto del buon senso, delle ragioni creditorie ma anche del rispetto delle ragioni del contribuente, della sincera collaborazione delle parti, della valutazione delle fattispecie e del contesto in cui si manifesta». Criteri chiari, che in questo caso Equitalia non sembra aver rispettato: «È fuori di qualsiasi ragionevole dubbio – scrive la Commissione nella sentenza, depositata ieri – che il valore dei beni ipotecati sia notevolmente superiore all’ammontare del credito che si intende garantire ed è certo che vi fosse la consapevolezza, da parte di chi ha effettuato le iscrizioni ipotecarie, che il valore degli immobili fosse di molte decine di volte superiore al credito vantato». Valutato come «incomprensibile quanto inutile» il fermo amministrativo dello scooter e «del tutto fuori luogo le garanzie che si è voluto assicurare», i giudici fanno riferimento ad un «abuso di diritto» che mette Equitalia – che non si è neppure costituita nel giudizio tributario – in una posizione imbarazzante rispetto alla vicenda.
Ora il notaio potrà ricevere 40mila euro, forse il solo
cittadino sardo candidato a ricevere un assegno da Equitalia. La cifra comprende le spese del giudizio e diritti vari, che dovranno essere liquidati nel giro di pochi giorni. Resta un interrogativo: chi risponderà di questa sanzione, che tutto sommato significa denaro sottratto ai contribuenti?

di Mauro Lissia

Fonte: Unione Sarda

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