Fino a 50 milioni di euro di multa ai social network che non sono in grado di cancellare i contenuti d’odio e le notizie false. È la linea dura, durissima, di un progetto di legge presentato dal governo tedesco e già ventilato lo scorso dicembre (con cifre sensibilmente inferiori). «Un numero troppo poco consistente di contenuti criminali è stato cancellato, e non è stato cancellato abbastanza velocemente», ha dichiarato il ministro della Giustizia Heiko Maas (nella foto) puntando il dito contro Facebook & company. L’iniziativa è riconducibile al timore che il dibattito in Rete inquini la campagna elettorale in vista delle elezioni di fine anno. L’associazione per le telecomunicazioni Bitkom ha però fatto notare che qualsiasi obbligo di cancellare i contenuti entro le 24 ore a piattaforme su cui transitano fino a un miliardo di messaggi al giorno «è assolutamente inattuabile in termini operativi». Il rischio è di creare « un meccanismo permanente di censura».
Mass cita un sondaggio dell’associazione per la protezione dei giovani Jugendschutz secondo cui Twitter si limita a rimuovere l’1 per cento del materiale segnalato dagli utenti e Facebook il 39 per cento. YouTube è invece più reattivo con il 90 per cento. Secondo i dati dell’Ue sull’odio online, solo nel 40 per cento dei casi l’intervento arriva entro le 24 ore. La disparità del tasso di rimozione dei singoli Paesi premia tra l’altro la Germania: più del 50 per cento, mentre in Italia è fermo al 4.
In Italia la proposta di legge bipartisan presentata in febbraio si concentra su chi diffonde le fake news e prevede il carcere fino a due anni e sanzioni fino a 10 mila euro. Negli Stati Uniti Facebook ha iniziato a segnalare i contenuti potenzialmente falsi con il supporto di terze parti. Il sistema dovrebbe sbarcare in tempi brevi anche in Germania (e Francia).
Fonte: Corriere della Sera