“Vittoria della libertà! Come chiedo da anni ora serve lo stesso referendum in Francia e nei Paesi dell’Ue”. È il tweet di buon mattino che la leader del Front National, Marine Le Pen, affida ai social per festeggiare l’uscita dalla Gb dall’Unione europea, decretandone sostanzialmente la fine politica. O quantomeno l’avvio del processo di disgregazione.
A ruota dall’Italia segue il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, euroscettico della prima ora. “Evviva il coraggio dei liberi cittadini! Cuore, testa e orgoglio battono bugie, minacce e ricatti. Grazie Uk, ora tocca a noi. #Brexit”, scrive nel suo “cinguettio”.
Non contiene la sua gioia nemmeno Geert Wilders, numero uno del Pvv olandese. “Hurrah per i britannici. Ora è il nostro turno. È tempo per un referendum olandese”, scrive prefigurando una “Nexit” dopo la Brexit. “Se diventerò primo ministro – ha poi chiarito in un comunicato – ci sarà un referendum anche in Olanda per abbandonare l’Unione europea, lasciamo decidere il popolo olandese. Vogliamo essere responsabili per il nostro stesso paese, la nostra stessa moneta, le nostre stesse frontiere, e la nostra stessa politica migratoria”, ora “è tempo per un nuovo inizio facendo affidamento alla nostra stessa forza e sovranità, anche in Olanda”, per questo il Pvv “chiede un referendum sulla Nexit, un’uscita dell’Olanda dall’Ue”.
Lo aveva detto anche alla vigilia: “Sarà il nostro independence day” e lo ha ripetuto: “La vittoria rappresenta il nostro nuovo Indipendence Day”. Il primo ad esultare in Gran Bretagna è il leader dell’Ukip, Nigel Farage, che ha espresso la sua soddisfazione prima dei risultati definitivi: “Sarà una vittoria per le persone reali, una vittoria per la gente comune, una vittoria per la gente per bene. Abbiamo combattuto contro le multinazionali, contro le grandi banche d’affari, contro la grande politica, contro la menzogna, la corruzione e l’inganno. Ora possiamo cantare con fierezza il nostro inno senza che Bruxelles ci dica che abbiamo sbagliato”. E nella mattinata ha rincarato la dose: “Il più grande cambiamento di questo referendum è quello che sta succedendo nel resto d’Europa, anche in Italia, dove molta gente vuole lasciare l’Unione europea”.
In Europa, infatti, Farage è alleato del Movimento 5 Stelle, che dopo aver dichiarato ufficialmente – e sorprendente – giovedì 23 giugno sul blog del capo politico, Beppe Grillo, che “il M5S è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla” e che “l’unico modo per cambiare questa ‘Unione’ è il costante impegno istituzionale, per questo il Movimento si sta battendo per trasformare l’Ue dall’interno”, a urne chiuse e risultati ormai ufficiali, ha decisamente aggiustato il tenore delle posizioni ufficiali: “I britannici hanno scelto la Brexit, ha vinto la democrazia e perso l’Europa delle banche”, dice il deputato Danilo Toninelli. “Il vento di cambiamento è sempre più forte!”.
Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro.
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 24 giugno 2016
Anche il premier italiano sceglie Twitter per la sua prima reazione a caldo alla Brexit: “Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro”, scrive Matteo Renzi, che si affida ai 140 caratteri, senza aggiungere granché al dibattito interno.