Allarme dell’Aigo: la maggior parte dei pazienti ricoverati per malattie dell’apparato digerente finiscono nel reparto “sbagliato”. Così la mortalità intraospedaliera raddoppia.
Negli ospedali italiani solo il 7,4% dei pazienti con malattie dell’apparato digerente è stato dallo specialista più adatto, il gastroenterologo. È l’allarme che emerge dalla ricerca, sviluppata dall’Associazione italiana gastroenterologi e endoscopisti ospedalieri (Aigo) in collaborazione con il ministero della Salute, che ha analizzato per la prima volta in Italia oltre 4 milioni 800 mila casi di pazienti ricoverati negli ospedali italiani tra il 2010 e il 2014.
La ricerca è stata presentata questa mattina nel corso del convegno “Appropriatezza: valore determinante per il Sistema sanitario nazionale. Il contributo della gastroenterologia” al ministero della Salute. L’allarme dei gastroenterologi nasce dalla constatazione che i pazienti ricoverati per malattie dell’apparato digerente nel reparto “sbagliato” rappresentano di gran lunga la maggior parte: infatti, il 49,8% è curato in unità di chirurgia, il 23,9% in medicina, il 5% in pediatria e il 13,6% in altre unità operative ancora.
Tutto ciò comporta gravi conseguenze in termini di ricovero più lungo, spreco di denaro pubblico, e soprattutto di rischi per la salute dei pazienti: al di fuori dei reparti di gastroenterologia, infatti, la mortalità intraospedaliera per malattie dell’apparato digerente raddoppia, salendo dal 2,2% ad una media del 4,1%. Per poter assicurare a tutti i pazienti le migliori cure, Aigo propone la creazione di reti regionali per le emergenze e il potenziamento e l’omogenea distribuzione sul territorio nazionale dei posti letto di gastroenterologia, anche ipotizzando l’utilizzo di posti di chirurgia inappropriamente impiegati per erogare cure gastroenterologiche che oggi sono pari a circa il 40% di quelli impiegati per ricoveri per malattie dell’apparato digerente in chirurgia.
I gastroenterologi italiani sottolineano che se tutti i pazienti con malattie dell’apparato digerente fossero ricoverati nel reparto appropriato, si registrerebbe un risparmio di almeno 360mila giornate di degenza ogni anno.