Gran Bretagna, Osborne: tassa per le aziende scenderà al 17%

“La Corporation tax era al 28% all’inizio della precedente legislatura – ha ricordato il cancelliere dello scacchiere britannico – e noi l’abbiamo ridotta all’attuale 20% all’inizio di questa …

“La Corporation tax era al 28% all’inizio della precedente legislatura – ha ricordato il cancelliere dello scacchiere britannico – e noi l’abbiamo ridotta all’attuale 20% all’inizio di questa legislatura”.

La Corporation tax (l’imposta applicata nel Regno Unito sugli utili realizzati da società e associazioni residenti ai fini fiscali, nonché sugli utili delle stabili organizzazioni di società e associazioni non residenti in Uk che svolgono un’attività commerciale nell’Ue) sarà portata al 17% entro il 2020, dall’attuale 20%.

Lo ha annunciato oggi in parlamento a Westminster il cancelliere dello scacchiere britannico ovvero ministro del Tesoro, George Osborne (nella foto a destra, con il primo ministro Cameron) . “La Corporation tax era al 28% all’inizio della precedente legislatura – ha ricordato Osborne – e noi l’abbiamo ridotta all’attuale 20% all’inizio di questa legislatura. La scorsa estate avevo presentato il progetto di tagliarla al 18% entro qualche anno, ma oggi vado ben oltre. Entro l’aprile del 2020 scenderà al 17%”, ha spiegato il ministro, che ha inoltre annunciato l’introduzione della tassa sulle bibite zuccherate per contrastare l’obesità infantile e giovanile.

Il governo conservatore guidato da David Cameron prevede così di raccogliere con la nuova imposta almeno 530 milioni di sterline (circa 675 milioni di euro al cambio attuale) da utilizzare nella promozione delle attività sportive nelle scuole. Con la finanziaria presentata oggi sarà innalzata anche la tassa sul tabacco (un aumento del 2% sulle sigarette e del 3% sul tabacco sfuso), mentre è stata congelata la tassa sulla benzina.

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Proprio oggi il governo UK ha comuicato che la disoccupazione in Gran Bretagna resta ai minimi storici. Nel mese di febbraio, il numero dei senza lavoro che hanno chiesto un sussidio di disoccupazione è sceso in Gran Bretagna di 18.000 unità, dopo il calo rivisto di 28.400 unità del mese precedente (-14.800 la prima lettura). Il dato pubblicato dall’Office for National Statistics (ONS) è migliore delle attese degli analisti che stimavano un decremento di 9.100 unità.

Il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 5,1% confermandosi al livello più basso dalla crisi del 2006. Centrate anche le stime di consensus. Infine, il tasso di crescita dei salari medi (esclusi i bonus) è stato del 2,2%, in aumento rispetto al +2% precedente e sopra le attese che erano per una crescita del tasso fino al 2,1%. Includendo i bonus si è registrato invece un incremento del 2,1% da +1,9% ed anche in questo caso il dato è superiore alle aspettative di mercato che erano per un aumento del 2%.

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3 commenti

  1.   

    Cesare58, che aggiungere a quel che hai scritto? Nulla. Hai centrato in pieno la questione. Per questo l’Italia, con i vari governi non eletti che sorvegliano per conto della Germania l’amministrazione controllata del paese, non ha un vero futuro ma solo una stanca sopravvivenza/galleggiamwento fatta di escamotage e mezzucci. Come scrivi tu: in Italia ci si chiede con una pressione fiscale che supera il 60% come mai gli investimenti non decollano e l’economia non riparte. Se il tempo non fosse tanto infame e Londra indecentemente cara, io mi trasferirei in Gran Bretagna domani. Buona serata a (quasi) tutti
     

    Originariamente inviato da Cesare58: E’ solo una questione di preparazione, di cultura economica, di riuscire a non farsi condizionare da ideologie politiche frutto di un’errata comprensione della realtà e di una stupida quanto controproducente lotta classista. Le imposte impoveriscono i popoli non li arricchiscono, quindi devono servire unicamente a supportare i servizi pubblici fondamentali e la solidarietà per i più deboli. Ogni altro utilizzo è una inutile dissipazione di risorse che genera povertà, malaffare e parassitismo. Meno imposte più incentivi a produrre, più risorse spendibili, più crescita, meno disoccupazione, maggior benessere, maggiore serenità della popolazione, più crescita demografica e maggior fiducia nel futuro. Non è un caso se i Paesi la cui qualità della vita è considerata eccellente sono alcuni tra i Paesi considerati “paradisi fiscali” come Singapore. Le imposte privano il popolo di risorse e quindi della possibilità di scelta, quindi di libertà e fiducia nel futuro. Gli inglesi ci sono arrivati da un pezzo, noi siamo ancora lì a cercare di rubare risorse a chi le produce con fatica per darle a chi non fa nulla o a chi le ruba a piene mani in nome di qualche tessera politica. L’Inghilterra ha capito che l’eccesso di pressione fiscale è il primo disincentivo per qualsiasi tipo di investimento produttivo, mentre in Italia ci si chiede con una pressione fiscale che supera il 60% come mai gli investimenti non decollano e l’economia non riparte. Pare quasi che in Italia le facoltà di economia servano per insegnare giardinaggio. In Italia abbiamo poi l’abitudine di far prendere scelte di economia nazionale a laureati in scienze politiche o letteratura antica consigliati magari da economisti a libro paga delle banche d’affari internazionali o multinazionali varie, note per avere a cuore lo sviluppo sociale ed economico dei popoli….. 

     

  2.   

     

    Per questo hanno conservato la loro moneta, e se la UE alza i toni , invocano la Brexit ed ottengono qualsiasi agevolazione.
    Renzi, invece, ora invoca l’Ingresso della Turkia in Europa..! Incredibile ..!! 
    Chiediamo alla Regina l’ingresso dell’ UK in Italia, piuttosto…  prima che il Bamba svenda tutto.:!!

  3.   

    E’ solo una questione di preparazione, di cultura economica, di riuscire a non farsi condizionare da ideologie politiche frutto di un’errata comprensione della realtà e di una stupida quanto controproducente lotta classista. Le imposte impoveriscono i popoli non li arricchiscono, quindi devono servire unicamente a supportare i servizi pubblici fondamentali e la solidarietà per i più deboli. Ogni altro utilizzo è una inutile dissipazione di risorse che genera povertà, malaffare e parassitismo. Meno imposte più incentivi a produrre, più risorse spendibili, più crescita, meno disoccupazione, maggior benessere, maggiore serenità della popolazione, più crescita demografica e maggior fiducia nel futuro. Non è un caso se i Paesi la cui qualità della vita è considerata eccellente sono alcuni tra i Paesi considerati “paradisi fiscali” come Singapore. Le imposte privano il popolo di risorse e quindi della possibilità di scelta, quindi di libertà e fiducia nel futuro. Gli inglesi ci sono arrivati da un pezzo, noi siamo ancora lì a cercare di rubare risorse a chi le produce con fatica per darle a chi non fa nulla o a chi le ruba a piene mani in nome di qualche tessera politica. L’Inghilterra ha capito che l’eccesso di pressione fiscale è il primo disincentivo per qualsiasi tipo di investimento produttivo, mentre in Italia ci si chiede con una pressione fiscale che supera il 60% come mai gli investimenti non decollano e l’economia non riparte. Pare quasi che in Italia le facoltà di economia servano per insegnare giardinaggio. In Italia abbiamo poi l’abitudine di far prendere scelte di economia nazionale a laureati in scienze politiche o letteratura antica consigliati magari da economisti a libro paga delle banche d’affari internazionali o multinazionali varie, note per avere a cuore lo sviluppo sociale ed economico dei popoli…..