Un trionfo oltre ogni aspettativa. Arriva al 61,3% il ‘NO’ al referendum indetto da Tsipras sulle proposte dei creditori di Atene in cambio di ulteriori finanziamenti per il salvataggio del Paese. Il Si si ferma al 38,7%. Una bocciatura senza appello della ex troika, che manda onde sismiche in tutta l’Unione europea e in particolare in direzione di Berlino, dove secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel “Tsipras sta mandando la Grecia contro un muro”.
Un mandato popolare fortissimo al premier, che ora chiede un accordo con i partner internazionali in tempi rapidi, anche “entro le prossime 48 ore”. “Siamo pronti ad incontrarli già stasera”, dice il capo negoziatore greco Euclid Tsakalotos, che esclude l’introduzione di una “valuta parallela” per affrontare il problema liquidità. Questa giornata storica della Grecia era iniziata con uno Tsipras “molto ottimista” al seggio elettorale a Kypseli, accolto da una folla enorme di giornalisti e curiosi. “Oggi è un giorno di festa, perché la democrazia è una festa… non si può ignorare la decisione di un popolo. Da domani apriamo la strada per tutti i popoli d’Europa. Oggi la democrazia batte la paura”. Poco dopo, su twitter, il premier aggiungeva: “Oggi la democrazia prende una decisione per un futuro migliore per tutti noi, in Grecia e in Europa”.
A nulla sono valsi gli appelli per il ‘Sì’, come quello del leader di Nea Dimokratia Antonis Samaras, che votando a Pylos vicino Kalamata aveva ripetuto: “I greci decidono il futuro del Paese. Sì alla Grecia, sì all’Europa”.
Il fronte del ‘No’ – che aveva il suo cuore nella sede di Syriza a Exarchia, dove c’erano simpatizzanti da mezzo mondo – è esploso in un boato quando le tv greche hanno diffuso subito dopo le 19 i loro sondaggi che davano un messaggio univoco: la proposta dei creditori era stata bocciata dai greci. Già da diverse ore le voci davano un ‘No’ in forte vantaggio, poi le prime proiezioni della Singular Logic: il ‘No’ oltre il 61%. E per strada si sono sentiti i primi clacson, mentre piazza Syntagma si riempiva di gente pronta a festeggiare in un tripudio di bandiere.
Il governo Tsipras, forte della vittoria, si è fatto subito sentire. “I negoziati devono ripartire stasera”, ha detto il portavoce Gabriel Sakellaridis. “Con questo risultato il primo ministro ha ricevuto un chiaro mandato dal popolo greco, e cioè difendere la sua proposta e le sue posizioni”. “Il governo greco ora andrà al nuovo negoziato con due nuovi elementi: il rapporto dell’Fmi sull’insostenibilità del debito greco e un nuovo mandato popolare, come mostra il risultato del referendum”, gli ha fatto eco Tsakalotos.
Per Atene c’è una emergenza che le supera tutte: quella delle banche, che rischiano di rimanere a secco di contanti già martedì. Per questo la Banca di Grecia è pronta a presentare una richiesta di aumento di liquidità di emergenza attraverso il programma Ela alla Bce. Stasera ad Atene si riuniscono funzionari del ministero delle Finanze e della Banca di Grecia. La richiesta verrebbe esaminata domattina dal board della Bce. E segnali sono già arrivati da quella direzione: “La Banca centrale europea ha ben chiaro che se è necessario fare di più, farà di più”, ha affermato il membro francese del board della Bce, Benoit Courè.
L’Unione Europea, intanto, esamina le conseguenze del ‘No’: domani a Parigi c’è un summit quasi d’emergenza sulla Grecia tra il presidente francese François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Tsipras ha vinto una drammatica battaglia, ma la ‘guerra’ per far uscire Atene dal tunnel – ed evitare una Grexit – è ancora tutta da combattere. Tanto che in serata Jp Morgan ha fatto sapere che dal suo punto di vista l’uscita della Grecia dall’euro è adesso lo scenario base, con tutto il “caos” che ne deriverebbe.