La metafora è del New York Times, che ricorda la “chicken run” del film, dove due adolescenti in gara sfidano la morte correndo verso la scogliera sul mare.
Come James Dean in “Gioventù bruciata”, la Grecia e l’Europa sembrano diretti in una folle corsa in auto verso il precipizio della Grexit. Il vincitore sarà chi si butta fuori dall’auto per ultimo dimostrando di avere più coraggio e di non essere un ‘chick’ (un pollo, ovvero un vigliacco). Quindi per ottenere il miglior risultato bisogna rischiare la vita. Ma potrebbe anche succedere come nel film, dove Buzz (James Dean) rimane incastrato con la manica nella maniglia della portiera e muore, mentre l’avversario che si è buttato giù per primo dovrà affrontare le conseguenze morali e giudiziarie dell’accaduto. Con il ridimensionamento del ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis nei negoziati, la Grecia cerca ora di cambiare in corsa il guidatore dell’auto, nota il quotidiano, secondo il quale parte di quanto è accaduto nelle ultime settimane è che i due campi hanno cercato di valutare quanto gravi potrebbero essere le conseguenze della caduta giù dalla scogliera. (AdnKronos)
Varoufakis commissariato
Tsipras comincia a cedere alle richieste dei creditori internazionali e prepara un decreto con le prime riforme per dare dare al negoziato un’accelerata decisa. Dopo l’attacco dell’Eurogruppo al ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, accusato di aver rallentato le trattative in corso per le troppe rigidità, anche caratteriali, il premier procede a un ‘rimpasto’ nella squadra dei negoziatori e ‘commissaria’ il professore affiancandogli il viceministro per le Relazioni Economiche Internazionali Euclid Tsakalotos. Secondo la Bild, non è l’unica concessione di Tsipras, che sarebbe anche pronto a mettere da parte, per ora, l’aumento del salario minimo e il rafforzamento dei diritti dei lavoratori. Sviluppi che portano il vicepresidente della Bce Vitor Constancio a dirsi “fiducioso” in un accordo, e le Borse europee a chiudere positive.
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Dopo una riunione con i suoi responsabili dell’economia, Tsipras ha deciso di istituire una “squadra di negoziazione politica” guidata dallo stesso Varoufakis, il cui coordinamento è stato affidato al vice ministro Tsakalotos. Inoltre, è stata creata una “squadra speciale” per assistere il team di tecnici Ue ad Atene, sotto la guida del segretario generale Spyros Sagias, mentre il presidente del Consiglio economico Giorgos Houliarakis sarà responsabile dei tecnici greci del Brussels Group. Infine, il segretario generale per la politica di bilancio, Nikos Theoharakis, è stato incaricato di sviluppare un piano di crescita per l’economia greca che sarà basato sul nuovo accordo che dovrebbe essere raggiunto a giugno. Con i cambiamenti ai vertici Tsipras spera di facilitare il dialogo con i partner internazionali e risolvere così i problemi ‘procedurali’ del negoziato, visto che l’Eurogruppo si lamentava di interlocutori senza un mandato per affrontare le questioni di bilancio.
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“Si spera che ora abbiano un mandato pieno”, auspicano fonti europee. Il nuovo gruppo si è già messo al lavoro e dopo la prima telefonata con il Brussels Group sta preparando un decreto, che sarà presentato ai negoziatori mercoledì, con misure di bilancio e riforme che vanno dal sistema fiscale alla pubblica amministrazione. L’obiettivo, per la prima volta esplicitamente dichiarato, è accelerare verso un accordo. E se è vero che Tsipras è disposto a mettere da parte alcune delle sue promesse elettorali, come l’aumento del salario minimo e il rafforzamento della contrattazione collettiva, un accordo potrebbe essere molto vicino. Il vicepremier Dragasakis la vede possibile già nei prossimi giorni, forse addirittura entro il 30 aprile. Nel negoziato resterebbe solo da colmare la distanza su taglio delle pensioni, privatizzazioni e moratoria sulla confisca delle prime case pignorate dalle banche. Atene ha bisogno degli aiuti se non vuole andare incontro ad una reazione a catena che, con un default dello Stato, manderebbe a gambe all’aria tutta l’economia già in difficoltà: nei primi tre mesi nel 2015 hanno chiuso 5.341 imprese ad una media di circa 59 chiusure al giorno ma molti altri chiuderanno nei prossimi tre mesi senza un accordo con i creditori, fa sapere oggi la Confederazione Nazionale delle Camere di Commercio elleniche. E anche oggi il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan rassicura: non c’è nessun piano B per Atene.