Così Panagiotis Lafazanis, ministro dell’energia e leader dell’ala radicale di Syriza, definisce il compromesso raggiunto a Bruxelles sulla Grecia a nome di ‘Piattaforma di sinistra’ pubblicata sul sito parapolitika.gr. “Diciassette ore di ‘negoziati’ con i leader dei paesi dell’Eurozona hanno portato ad un accordo umiliante per la Grecia ed per il popolo greco” è scritto nella nota. “Questo nuovo ed oneroso memorandum ristabilisce ed estende la vigilanza della troika e la schiavitù sociale e conferma lo status di colonia della Grecia sotto la tutela della Germania e della Ue”. Dopo aver ricordato che “i primi a correre” per dare l’annuncio sono stati i primi ministri di Belgio e Lussemburgo ed il portavoce del governo cipriota, poi confermato dal presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, nel documento si osserva che “le ‘grandi spine'” dell’accordo sono “l’oltraggiosa richiesta di neo-colonialismo sotto la Troika e la costituzione di un fondo basato in Lussemburgo per la vendita di proprietà dello stato”. “Il popolo greco dovrebbe essere deluso da questo sviluppo” afferma la nota di Lafazanis, che invita a ritrovare lo spirito “mostrato col referendum” che “è stato un ‘NO’ ai memorandum, al neoliberismo e all’austerità che vengono istituzionalizzati nell’Eurozona”. “Le forze della sinistra radicale, i lavoratori, i giovani e la maggioranza del paese colpita (dall’austerità) continueranno a combattere contro misure impopolari” e “per la completa abolizione dei memorandum, per la cancellazione della maggior parte del debito, la nazionalizzazione delle banche, la ricostruzione del sistema produttivo e la redistribuzione della ricchezza a favore dei lavoratori e dei settori più deboli della società”.
Il premier greco Alexis Tsipras: ha venduto la Grecia a Bruxelles.
Pur di salvare l’euro, pessimo accordo.
Ad Atene nuovi debiti per 82-86 miliardi
Per ricostruire la fiducia, completamente minata dopo il referendum, l’Eurozona ha chiesto ad Atene di dare prova di responsabilità ed approvare alcune riforme entro mercoledì, tra cui pensioni, Iva, adozione del Codice di Procedura Civile, direttiva sul salvataggio delle banche. Mercoledì un nuovo Eurogruppo si riunirà per valutare l’impegno di Atene. Nel frattempo, quei Paesi che devono sottoporre l’accordo ai loro Parlamenti convocheranno i deputati, ed entro la fine della settimana si dovrebbe arrivare al via libera definitivo. Le condizioni dell’accordo sono dure, ma il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker dice che “non ci sono né vincitori né vinti” e l’accordo non è “né umiliate per i greci, e né gli altri europei perderanno la faccia, è un tipico accordo europeo”. Questo anche grazie al grande lavoro negoziale fatto nella notte, che ha cambiato molto il documento approdato sul tavolo dell’Eurosummit, redatto dall’Eurogruppo.
Nella notte il premier greco Alexis Tsipras aveva accettato tutte le condizioni, dall’anticipo delle riforme al rafforzamento di tutte le misure, incluso il reintegro dei licenziamenti collettivi e il ritorno della Troika ad Atene. Alla fine, aveva anche ceduto sul coinvolgimento del Fmi nel nuovo piano. Ma resisteva sull’idea, tedesca, di creare un fondo dove trasferire asset dello stato a garanzia del debito, in Lussemburgo. “Sono stato deciso nel dire che se vuoi fare un fondo con i beni che vengono dalla Grecia non puoi pensare di metterlo in Lussemburgo perchè sarebbe stata un’umiliazione”, ha detto il premier italiano Matteo Renzi. Il fondo resta, ma avrà base in Grecia, avrà una dotazione fino a 50 miliardi, andrà ad abbattere il debito e servirà a ricapitalizzare le banche. Ma sarà gestito dai greci, in collaborazione con le istituzioni. Tsipras è soddisfatto anche del risultato sul debito: gli concedono di rivederne la sostenibilità una volta che saranno attuate tutte le misure.
Oggi la riunione del consiglio direttivo della Bce
È attesa per oggi la riunione in teleconferenza del consiglio direttivo della Bce per decidere sull’ammontare della liquidità di emergenza (Ela) per le banche greche, fermo da due settimane a 89 miliardi. L’accordo sulla Grecia potrebbe sbloccare l’aumento del tetto, come avrebbe richiesto il governo di Atene nei giorni scorsi, anche se al momento non c’è ancora niente di certo. Le ipotesi di mercato sono di un aumento del tetto fra 1 e 2 miliardi di euro.
peter pan
1595 commenti
popolarità 1066
PS E ringraziamo chi, sotto sotto, fornisce di carta moneta le banche e i bancomat, altrimenti già da qualche giorno sarebbe scoppiata la rivoluzione.
Chi lo sa se qualche parlamentare illuminato desidererà andare ancora ad Atene a difendere il NO che è diventato un ossequioso SI’ . Gli consiglierei di starsene a casa…..