Da Adusbef e Federconsumatori appello al presidente dell’Eurogruppo, Dijsselbloem: “Comportamenti gravissimi”. Dopo Etruria un’altra delle 4 banche nell’occhio del ciclone è nell’anticamera del fallimento.
“Comportamenti gravissimi quelli di Bankitalia e Consob, che devono essere sanzionati, per restituire fiducia ad un sistema bancario che ha perso ogni reputazione”. Lo chiedono Adusbef e Federconsumatori dopo che il il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha detto che è un “problema grave” non informare i clienti sui prodotti retail che rientrano nel bail in. Le due associazioni dei consumatori hanno inviato al presidente dell’Eurogruppo una missiva “per informarlo sulle gravissime responsabilità di Bankitalia e Consob, allegando la nota di Bankitalia al direttorio del 30 dicembre 2015”.
“Come mai, né Bankitalia né Consob, che conoscevano da tempo i rischi incombenti delle 4 banche CariChieti, CariFerrara, Banca Marche e Popolare dell’Etruria, dopo l’approvazione della direttiva europea Brrd, non hanno avvertito i risparmiatori che nel loro portafoglio titoli avevano il 46,1% (31 mld) su 67 miliardi di euro di obbligazioni subordinate, alcuni dei quali espropriati dal decreto del governo?”, chiedono Adusbef e Federconsumatori.
Dopo Etruria anche Banca Carife dichiarata insolvente
Il tribunale fallimentare di Ferrara ha dichiarato lo stato di insolvenza della vecchia Carife, uno dei quattro istituti coinvolti dal decreto “salva-banche” del 22 novembre scorso. La sentenza è stata pubblicata giovedì 18 febbraio, come aveva anticipato il quotidiano “la Nuova Ferrara”, e già notificata alle parti interessate, tra queste il commissario liquidatore Antonio Blandini (che aveva chiesto l’insolvenza), il registro imprese della Camera di commercio e la Procura. Un provvedimento che arriva dopo la dichiarazione di insolvenza decisa dal tribunale di Arezzo per la vecchia Banca Etruria, mentre si attendono i pronunciamenti degli altri tribunali fallimentari, di Ancona per Banca Marche e di Chieti per CariChieti.
Lo stato di insolvenza è presupposto per il fallimento, con tutto ciò che comporterà dal punto di vista civilistico e penale. L’inchiesta penale della Procura di Ferrara è aperta da oltre un anno e mezzo e ora lo stato di insolvenza per Carife permetterà alla Procura, in linea teorica, di valutare ipotesi di bancarotta, da quella semplice alla fraudolenta nelle varie articolazioni. I magistrati (il procuratore Cherchi e i pm Proto e Cavallo) dovranno selezionare i profili di reato possibili, con un salto di qualità dell’inchiesta: finora – a quanto riferito dal procuratore Cherchi – l’indagine era solo conoscitiva sulle vicende di Carife dal 2007 al 2013, epoca del commissariamento, disposto da Bankitalia e oggetto di accertamenti da parte degli ispettori della Guardia di finanza, che ora potranno lavorare su maggiori ipotesi investigative.