Il leader della Lega lo dichiara ai militanti riuniti per il congresso del Carroccio. E si muove subito il procuratore Spataro: “Vilipendio dell’ordine giudiziario”.
“La magistratura italiana è una schifezza”. Per queste parole, condivise dalla maggior parte degli italiani, adesso Matteo Salvini è indagato dalla procura di Torino.
Adesso rischia di essere condannato per “vilipendio dell’ordine giudiziario”.
Ieri, dal palco del congresso della Lega Nord Piemont, che dopo 15 anni archivia l’era Cota, Salvini ha attaccato la magistratura italiana: “È una schifezza”. A detta del leader del Carroccio le toghe sono colpevoli di occuparsi degli scontrini dell’assessore leghista della Regione Liguria, Edoardo Rixi, e non “della mafia e della camorra che sono arrivate fino al Nord”. “Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori – ha detto ieri Salvini – ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana. Si preoccupi piuttosto della mafia e della camorra, che sono arrivate fino al Nord”. Il riferimento di Salvini è alla “rimborsopoli” ligure che vede l’assessore del Carroccio, che è anche vicesegretario federale della Lega, tra i rinviati a giudizio. Proprio in Piemonte, dove ieri si è tenuto il congresso del Carroccio, una recente decisione del Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi contro l’elezione di Sergio Chiamparino. Una sentenza che non è andata proprio giù al popolo leghista che ha visto disarcionare Roberto Cota per una vicenda analoga.
Le parole di Salvini hanno subito scatenato una selva di polemiche. I magistrati, uno dopo l’altro, si sono armati contro il leader del Carroccio. Tanto che il procuratore Armando Spataro, che ha affidato l’incarico alla Digos di Milano, dove ha sede la Lega Nord, ha avviato degli accertamenti per verificare la sussistenza del reato di “vilipendio dell’ordine giudiziario”. Il reato previsto dall’articolo 290 del codice penale è punito con una multa che varia tra i mille e i 5mila euro. Cifre che non spaventano Salvini che, dopo l’apertura dell’accertamento, ha rincarato la dose: “Come ovvio, e per fortuna, ci sono tanti giudici che fanno benissimo il loro lavoro: penso a chi è in prima linea contro mafia, camorra e ‘ndrangheta. Purtroppo è anche vero che ci sono giudici che lavorano molto di meno, che fanno politica, che indagano a senso unico e che rilasciano in ventiquattr’ore pericolosi delinquenti”. Quindi l’affondo: “Finchè la magistratura italiana non farà pulizia e chiarezza al suo interno, l’Italia non sarà mai un Paese normale”.
di Sergio Rame
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Il Giornale
Consuelo
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Parole sante, ma pia illusione!
“Chi tocca i fili della magistratura muore” ebbe a dire Falconi, almeno credo.
robyuankenobi
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