Le autorità del Belgio ammettono: estremamente difficili i riconoscimenti dei corpi, così come l’identificazione del numero esatto dei dispersi. E il caos negli ospedali non aiuta i parenti a trovare i propri cari.
Restano estremamente difficili le operazioni di riconoscimento delle vittime degli attentati terroristici di due giorni fa a Bruxelles, ed aumenta il rischio che almeno alcuni dei 31 morti possano restare senza un nome. La “lentezza”, hanno detto all’Ansa fonti ufficiali, è dovuta “soprattutto a causa delle condizioni in cui sono stati ritrovati i corpi delle persone morte nella metropolitana. A ciò si aggiungono procedure burocratiche particolarmente lunghe e complesse”.
Se esiste infatti un elenco di “dispersi”, il cui numero corrisponde a quello dei corpi trovati, le autorità competenti hanno confermato questa mattina che l’identificazione ufficiale non è stata completata per nessuno di loro. I parenti di alcune vittime (la donna peruviana morta all’aeroporto, i due belgi e la marocchina della metropolitana) hanno già comunicato la loro scomparsa, ma tutti gli altri sono in attesa di un’identificazione certa prima di diffondere i nomi.
Tutte le famiglie che non hanno notizie di un loro congiunto dopo la sua ricerca negli ospedali sono accolti all’ospedale militare di Neder-Over-Heembeek dove i trovano i resti delle vittime. A procedere ai tentativi di identificazione è la squadra della Dvi, Disaster Victims Identification, che utilizza elementi forniti dai parenti, assistiti anche da una squadra di psicologi. Dei 300 feriti, 61 sono molto gravi e si trovano nei reparti di terapia intensiva, e 4, in stato di coma, non sono stati identificati.
Un lento e surreale ritorno alla “normalità”
Tornano i turisti alla Grand Place, la piazza principale della capitale belga, ancora sotto choc dagli attacchi di martedì 22 marzo. Sono scomparsi i blindati di polizia dei giorni scorsi, solo qualche pattuglia di guardie sorveglia questa zona del centro. A ricordare il lutto nazionale ci sono le bandiere issate a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici della zona. Anche in questa piazza, come in tutta Bruxelles dalle ore successive alle stragi, si vedono troupe televisive di tutto il mondo impegnate nelle riprese della città.
Aeroporto di Zaventem chiuso almeno fino a sabato
L’aeroporto internazionale di Bruxelles-Zaventem invece non riaprirà al traffico passeggeri prima di sabato: “Rimarrà chiuso ai viaggiatori fino a venerdì compreso, non possiamo ancora dire se i voli commerciali riprenderanno sabato 26 marzo”, ha spiegato la portavoce dell’ente aeroportuale, Anke Fransen, sottolineando come le compagnie aeree potranno in questo lasso di tempo “organizzare delle soluzioni alternative”.
Voli cancellati a Fiumicino
Cancellati anche giovedì 24 marzo all’aeroporto di Fiumicino tutti e otto i voli (4 in partenza altrettanti in arrivo), programmati per Bruxelles, dopo la chiusura dell’aeroporto di Zaventem, a causa dei sanguinosi attentati che hanno colpito lo scalo e la metro di Bruxelles. Alcune compagnie aeree come Alitalia, per cercare di ridurre i disagi ai passeggeri coinvolti, hanno trasferito a Liegi i voli da e per la capitale belga, collegando Roma e Milano con 12 voli straordinari. Sul piano della sicurezza all’aeroporto di Fiumicino i controlli restano sempre elevati, come peraltro già avviene dallo scorso novembre, subito dopo gli attentati a Parigi. Pattuglie di agenti di polizia, carabinieri e Guardia di finanza, sia in divisa che in borghese, circolano all’interno dei 4 terminal, nell’area esterna e in corrispondenza degli ingressi alle aerostazioni. Tanti i passeggeri in partenza, con le aerostazioni particolarmente affollate questa mattina anche per via delle partenze legate alle festività pasquali.