Il futuro dei farmaci tra tradizionali ed equivalenti o biosimilari: risparmio o rischio?

Farmaci tradizionali o equivalenti e biosimilari? Meglio andare sul classico spendendo qualche soldo in più o risparmiare e magari ottenere lo stesso risultato? Il dibattito è aperto, apertissimo …

Farmaci tradizionali o equivalenti e biosimilari? Meglio andare sul classico spendendo qualche soldo in più o risparmiare e magari ottenere lo stesso risultato?

Il dibattito è aperto, apertissimo tra chi sostiene che i medicinali equivalenti abbiano gli stessi effetti sulla salute delle persone, ma di sicuro un impatto più soft sulle loro tasche, senza gli interessi e i guadagni – a volte vergognosi – dei grandi gruppi produttori, e chi invece ha raccolto esperienze anche dirette sul fatto che ogni farmaco è diverso dall’altro e che la differenza la facciano dosi e principi attivi, che potrebbero anche rivelarsi letali in alcuni casi.

Con questo enorme punto interrogativo si apre a Dubrovnik la International Generic and Biosimilar Association e Medicines for Europe, la conferenza annuale delle associazioni internazionali di aziende produttrici di questi farmaci, che quest’anno era attesa con grande attenzione, visto il sempre maggiore interesse dei ministeri della Salute e dell’Economia dei vari Paesi nel seguire le evoluzioni del settore. Oltretutto il vice presidente di Medicines for Europe è l’italiano Pierluigi Antonelli, capo europeo di Sandoz, uno dei colossi mondiali degli equivalenti. “I farmaci biosimilari promuovono la concorrenza, perché generano una riduzione della spesa sanitaria complessiva, consentendo un risparmio ai sistemi sanitari dei paesi dell’Unione europea – specifica alla Dire -. Dal punto di vista terapeutico i farmaci biologici, la più recente frontiera farmacologica, rappresentano un’opzione terapeutica rivoluzionaria per molte malattie, ma la rapida crescita della loro domanda continua a mettere a dura prova i bilanci dei sistemi sanitari e a limitare l’accessibilità da parte dei pazienti”.

Eppure i produttori dei medicinali classici, oltre che una parte consistente dei farmacisti, continuano a sostenere che equivalenza non significa necessariamente che due farmaci sia uguali. E non è detto che il risparmio sia un guadagno, in termini di salute. Ma ormai il dibattito si è acceso e anche le major ora non possono più fermarlo.

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