Tre miliardi ai turchi. E il figlio di Erdogan fa affari con ISIS. “Sulla Turchia è stato fatto un errore storico. Quando voleva entrare nella Ue è stato dato uno stop, in particolare dalla Francia di Sarkozy e dalla Germania. Chiediamoci se l’Europa è più interessata al dialogo oppure a rendere la situazione più difficile”. Lo ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti (nella foto con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella) in un’intervista. E sui fatti di Parigi afferma “non c’è dubbio che gli avvenimenti di Parigi siano una doccia gelata” sul clima di fiducia indispensabile per la ripresa economica e sul Pil.
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Al vertice Ue-Turchia apertosi domenica, Ankara mette a segno un mezzo punto sulla partita dei soldi per i rifugiati. I tre miliardi di fondi aggiuntivi sono infatti “iniziali”, lasciando intendere che potrebbero seguire altre somme ma condizionate al “bisogno e natura del finanziamento” e “saranno riviste alla luce dello sviluppo della situazione”.Proprio sui soldi c’è stato un duro negoziato, perché la Turchia chiedeva tre miliardi l’anno, mentre l’Ue proponeva di stanziarne solo tre e su base biennale. Alla fine si è trovato un compromesso sulla bozza scrivendo una formulazione la più neutra possibile, che non fissa né modalità, né tempi dell’erogazione ma lascia aperta l’ipotesi di ulteriori somme.
“Il nostro principale obiettivo è contenere il flusso di migranti verso l’Europa. Dopo molte settimane di duro lavoro e negoziati abbiamo raggiunto un accordo che spero sia accettato da tutte le parti”, ha affermato il presidente del consiglio Ue Donald Tusk.
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La tensione tra Russia e Turchia resta altissima. Dopo l’abbattimento del jet russo ad opera dei caccia turchi, dopo le sanzioni varate da Putin, si aggiungono altri veleni. Secondo Mosca infatti, dietro al contrabbando di petrolio tra Turchia e sedicente Stato islamico ci sarebbe il figlio del presidente Erdogan, Bilal. “Una ben determinata informazione l’abbiamo. Non so quanto essa sia precisa, ma un certo interesse esiste. Sapete chi è il nuovo ministero dell’Energia nell’esecutivo appena formato? È il genero di Erdogan”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov