La riunione informale dei ministri dell’Interno Ue servirà a capire se ci sono margini di trattativa con le nazioni che intendono sospendere il patto di libera circolazione, mettendo a rischio l’intero impianto dell’Unione.
Oggi, lunedì 25 gennaio, ad Amsterdam si terrà un incontro informale dei ministri dell’Interno dell’Ue, in cui si discuterà di come salvaguardare lo spazio di libera circolazione. Tra i temi sul tavolo c’è anche la possibilità di estendere i controlli alle frontiere interne, misura che secondo l’articolo 26 del codice può essere applicata solo a livello temporaneo ossia per un massimo di sei mesi.
Una portavoce della Commissione Ue, Natasha Bertaud, parlando il 22 gennaio scorso a Bruxelles aveva escluso la possibilità di sospendere Schengen. “Non c’è nessuna sospensione di Schengen sul tavolo”, aveva detto la Bertaud spiegando che l’articolo 26 del codice prevede che “se c’è una situazione in cui si verifica una persistente carenza in uno o più dei confini esterne dell’Ue, il Consiglio può adottare su proposta della Commissione una decisione che consente di estendere i controlli temporanei alle frontiere interne” di sei mesi in sei mesi per un periodo massimo di due anni.
Quello dell’articolo 26 è “lo scenario di cui stiamo parlando”, aveva spiegato la Bertaud, e lo scenario di cui si parlerà nella riunione informale dei ministri dell’Interno dell’Ue ad Amsterdam. Questi ultimi, comunque, dovrebbero passare al vaglio soprattutto le proposte per mettere in salvo Schengen, evitando in tal modo di concedere ulteriori estensioni alla reintroduzione dei controlli. Questo sembra essere anche l’indirizzo del primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, che la scorsa settimana ha sottolineato l’esigenza di trovare nuove e più efficaci modalità di controllo alle frontiere esterne dell’Ue per scongiurare “l’implosione di Schengen”.
Tra i punti all’ordine del giorno ci saranno anche il contro-terrorismo e la sicurezza informatica. Domani, invece, a riunirsi ad Amsterdam saranno i ministri della Giustizia, che discuteranno tra l’altro il sistema europeo di informazione (Ecris), che prevede l’interconnessione elettronica di banche di dati relative ai casellari giudiziari degli stati membri. Il 19 gennaio scorso la Commissione Ue aveva proposto di facilitare lo scambio dei casellari giudiziari dei cittadini extra-Ue tramite l’aggiornamento di Ecris. Si discuterà in modo più approfondito questa proposta. Sul tavolo anche la giurisdizione sui crimini informatici.
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Migranti, vertice ad Amsterdam: alcuni Paesi dell’Ue per l’esclusione della Grecia da Schengen
Amsterdam (Olanda), 25 gen. (LaPresse/Reuters) – Diversi Paesi Ue spingono sulla Grecia a fare più controlli sui migranti in arrivo sulle sue coste e alcuni minacciano di volere escludere il Paese dalla zona Schengen. È questa la situazione all’avvio del vertice dei ministri dell’Interno dell’Unione europea ad Amsterdam, in cui oggi si discute dell’accordo di Schengen, alla luce del fatto che diversi Paesi della zona Schengen (di cui fanno parte 26 Stati, molti dei quali anche membri Ue) – fra cui Germania, Francia, Austria e Svezia – hanno reintrodotto controlli temporanei alle frontiere. “Se non possiamo proteggere il confine esterno Ue, la frontiera fra Grecia e Turchia, allora il confine esterno di Schengen dovrà spostarsi verso l’Europa centrale”, ha detto all’arrivo la ministra dell’Interno dell’Austria, Johanna Mikl-Leitner. “La Grecia deve aumentare al più presto le sue risorse e accettare aiuto”, ha aggiunto. Alla Grecia viene rimproverato di non avere saputo controllare il flusso di arrivi.
Posizione dura con la Grecia anche da parte della Svezia. Parlando con Reuters, il ministro dell’Interno svedese Anders Ygeman ha detto: “A proposito della tempistica è già tardi. Abbiamo sette Paesi con controlli alle frontiere”. A suo parere bisogna che comincino a funzionare i centri di registrazione in Grecia e Italia come previsto e “alla fine, se un Paese non è all’altezza dei suoi obblighi, dovremo restringere i suoi legami con l’area Schengen”. “Se non hai controlli hai confini, questo avrà conseguenze per il libero movimento”, ha affermato il ministro svedese. Per escludere la Grecia dall’area Schengen bisognerebbe applicare l’articolo 26 del codice Schengen. La Germania, che è la destinazione principale di rifugiati e migranti in fuga da guerra e povertà in Medioriente e Africa, aveva ventilato per prima l’idea l’anno scorso.
Al suo arrivo alla riunione il ministro greco non ha parlato. Ma il Commissario Ue per le migrazioni Dimitris Avramopoulos, che è greco, ha provato a sminuire il rischio di esclusione del Paese da Schengen. “Niente del genere è stato proposto o discusso. Quello che dobbiamo fare è gestire meglio i nostri confini esterni. È ovvio che gli Stati membri di frontiera debbano lavorare di più e siamo qui…per aiutarli a fare meglio il loro lavoro”, ha affermato Avramopoulos. Anche il ministro dell’Interno del Lussemburgo si è schierato contro l’esclusione della Grecia da Schengen, mentre il tedesco Thomas de Maiziere ha detto che vuole preservare Schengen ma che il tempo sta scadendo. Berlino spera che l’accordo raggiunto con la Turchia a novembre porti meno migranti ad arrivare in Grecia, ma finora l’intesa ha avuto un impatto limitato. I ministri in arrivo al vertice di Amsterdam sono stati accolti oggi da una protesta di Amnesty International: una barca piena di manichini con giubbotti salvagente per rappresentare migranti in arrivo in Europa. ‘Leader europei, non è delle urne che dovreste preoccuparvi. È dei libri di storia’, si leggeva su un cartello.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse