Il conservatore Partito dell’Indipendenza al governo dal 1929 ha vinto le elezioni in Islanda senza conquistare però la maggioranza assoluta, in un voto che ha visto arrivare terzi i Pirati, grandi favoriti della vigilia. Il premier centrista uscente, Sigurdur Ingi Johansson, si è dimesso dopo che il suo Partito Progressista ha conquistato appena otto seggi su 63 contro i 19 che aveva quando approdò al governo con i conservatori. Il presidente Gudni Johannesson dovrebbe affidare l’incarico di guidare il governo al ministro delle Finanze, Bjarni Benediktsson, il cui Partito dell’Indipendenza ha ottenuto 21 seggi e il 29% dei voti. Al secondo posto si sono piazzati il Movimento di Sinistra Verde con il 16% seguito dal Partito dei Pirati con il 14%, entrambi con 10 seggi.
I Pirati, forza anti-sistema fondata dalla poetessa e collaboratrice di Wikileaks, Birgitta Jonsdottir, hanno più che raddoppiato i voti rispetto al 2013 ma restano lontani dalle cifre indicate dagli ultimi sondaggi (si parlava di una ventina di seggi): in totale, ma solo mettendo insieme anche ai tre partiti di centrosinistra alleati, hanno raggranellato 27 seggi.
Rigenerazione, il movimento nato a maggio da una scissione filo-Ue dal Partito dell’Indipenenzai, è solo quinta con il 10,4 %, ma diventa ora indispensabile affinchè Benediktsson possa diventare premier.