Come per le onde gravitazionali, la scoperta sarà frutto di una collaborazione internazionale. Almeno tre i maggiori progetti in corso e in tutti il nostro Paese riveste un ruolo di primaria importanza.
Dopo le onde gravitazionali, la materia oscura è il nuovo grande obiettivo della ricerca internazionale, e ancora una volta l’Italia è in prima fila in questa incredibile caccia alla materia invisibile e misteriosa che occupa ben il 25% dell’universo.
La materia ordinaria, quella di cui sono fatti l’uomo, le stelle e i pianeti, rappresenta appena il 5%; la maggioranza dell’universo (75%) è costituita dall’enigmatica energia oscura. Già alla fine dello scorso anno le maggiori riviste scientifiche internazionali avevano indicato la scoperta della materia oscura come uno dei grandi traguardi scientifici del 2016, accanto alla scoperta delle onde gravitazionali. Anche per la materia oscura, proprio come per le onde gravitazionali, la scoperta sarà il risultato di una grande collaborazione internazionale. Sono almeno tre i maggiori progetti in corso e in tutti l’Italia riveste un ruolo importante.
Il primo esperimento si chiama Darkside, è condotto nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e, grazie ad un importante finanziamento promesso dal governo, potrà aumentare notevolmente la sua potenza. È un esperimento internazionale finanziato dall’Italia, con l’Infn, e dagli Stati Uniti, con National Science Foundation e Dipartimento dell’Energia. Vi partecipano anche gruppi di Francia, Polonia, Ucraina, Russia e Cina. Il secondo cacciatore di materia oscura è l’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern, che tornerà a funzionare in primavera dopo una pausa tecnica e nel quale l’Italia ha una partecipazione importante tramite l’Infn.
Le collisioni che avverranno alle energie incredibili di questa macchina, finora mai raggiunte, permetteranno probabilmente di vedere le particelle di cui è fatta questa materia invisibile, la cui esistenza è stata intuita solo nel 1933 e seriamente sospettata solo negli anni ’70. Il terzo esperimento si trova nello spazio ed è il rivelatore Ams (Alpha Magnetic Spectrometer), dal 2011 al lavoro all’esterno della Stazione Spaziale. L’Italia vi partecipa per il 25% con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’Infn. Costato 2 miliardi di dollari, l’esperimento è stato ideato 20 anni fa dal Nobel Samuel Ting, del Cern, e da Roberto Battiston, attuale presidente dell’Asi.
Renzi: prima o poi tireremo un premio Nobel dalla ricerca italiana
Matteo Renzi in visita in Abruzzo per celebrare i due anni di governo e per ribadire gli “argomenti forti” della sua attività. Per i Laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso, all’Aquila, arrivano 60 milioni perché “per noi – dice il premier – il futuro è intelligenza, talento, curiosità e ricerca”. E aggiunge: “Nel cuore del Gran Sasso c’è il profumo del futuro, siamo convinti che prima o poi tireremo fuori un Nobel”, e nello stesso tempo plauso ad aziende che fanno innovazione e assumono, puntando sulla “qualità dei lavoratori”’. “Giro il mondo e tutti mi ricordano le belle vacanze che hanno trascorso in Italia. Persino Obama mi ha confessato che appena finisce il mandato si prenderà del tempo per venire in Italia”, ha concluso il presidente del Consiglio.