La lettera che il lettore Maurizio G., Milano ha inviato a «Lo dico al Corriere» con il racconto della sua disavventura avvenuta a Malpensa. Assurde vessazioni di un paese dove e’ impossibile vivere normalmente.
Ecco la lettera al Corriere:
Non lo sapevo, ma passare per Malpensa è come bazzicare a Cortina.
Il fatto. In visita alla suocera a Somma Lombardo (Va), mia moglie ed io ci rendiamo conto che l’ottuagenaria è senza un farmaco salvavita. Di domenica l’unica farmacia aperta è al terminal 2, quello delle low cost. Seduto in auto, regolarmente parcheggiato, attendo la consorte. Affiancatisi, due militari della Guardia di Finanza chiedono i documenti: patente, libretto, certificato di assicurazione. E codice fiscale. Violazioni? «Nessuna, ma aspetti che dobbiamo farle il verbale». Il reato potenziale? Essere su di un’auto «da ricchi» (sopra i 2000 cc, nel nostro caso 2967 cc; è quella aziendale della moglie, dirigente/dipendente che tra addizionali varie e Irpef lascia al Fisco oltre il 60% del reddito).
Il servizio di vigilanza dei militi, leggo sul verbale, è «in attuazione del piano straordinario di controlli in materia di determinazione sintetica del reddito delle persone fisiche previsto dall’art. 83, comma 10 del dl 25 giugno 2008, n. 112 (…)».
Io, da normale pensionato, il leasing del Suv della moglie non potrei permettermelo, e nemmeno Cortina. Forse è meglio che stracci l’autorizzazione alla guida. Magari tra un po’, perché ho una specie di guarentigia della Guardia di Finanza: «Il verbale lo tenga in auto, vale un anno…».
Cesare58
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