I primi exit poll del referendum convocato per ratificare o respingere le modifiche alla Costituzione bocciano il presidente in carica. Prevalgono le polemiche sulla povertà e i sospetti di corruzione e clientelismo.
Il presidente boliviano Evo Morales affronta la sconfitta nel referendum in cui i cittadini sono stati chiamati a decidere se consentirgli di candidarsi a un quarto mandato. Il dato emerge da exit poll e risultati preliminari.
Morales, 59 anni e ora in carica per la terza volta, voleva modificare la Costituzione per potersi ricandidare nel 2019, restando così presidente sino al 2025. Con il 3,6% dei voti conteggiati, il “no” è al 67% mentre il “sì” al 33%, secondo i dati della commissione elettorale. I risultati definitivi sono attesi oggi. Anche per gli exit poll Morales ha perso, sebbene con un margine ridotto. La rilevazione Ipsos dà il “no” al 52,3% e il “sì” al 47,47%, mentre un’altra di Mori parla rispettivamente del 51% e del 49%.
Parlando fuori dal palazzo presidenziale, il vice presidente Alvaro Garcia Linera ha insistito sul fatto che è chiaramente una parità e il dato può ancora rovesciarsi. “Potrebbe accadere che lacrime di gioia di alcuni politici dell’opposizione si trasformino in lacrime di disappunto nella mattinata”, ha detto. Se invece la vittoria del “no” si concretizzasse, sarebbe un altro colpo per i movimenti di sinistra in Sudamerica.
A Morales, primo presidente indigeno in carica dal 2006, è attribuita la riduzione della povertà in uno dei Paesi più poveri della regione, destinando i guadagni legati al gas naturale a programmi sociali e nuove infrastrutture. È stato rieletto nel 2014 con il 61% del sostegno. Tuttavia, la sua amministrazione è criticata da molti per corruzione, sprechi e autoritarismo. La sua popolarità è di recente stata danneggiata dalle voci che l’impresa di sua ex compagna avrebbe ottenuto ricchi contratti dal governo.