La disoccupazione cala (poco: è ancora all’11,9%) ma non per le donne

Nel 2015 l’Istat rileva uno 0,8% di lavoratori in più, ma si amplia la differenza di genere: l’occupazione maschile (+139.000) più che doppia rispetto a quella femminile (+47.000). …

Nel 2015 l’Istat rileva uno 0,8% di lavoratori in più, ma si amplia la differenza di genere: l’occupazione maschile (+139.000) più che doppia rispetto a quella femminile (+47.000).

Nel 2015 è aumentata l’occupazione, per il secondo anno consecutivo, e, per la prima volta in sette anni, è calata la disoccupazione. In particolare, comunica l’Istat nel Flash sul mercato del lavoro, l’occupazione è cresciuta di 186 mila unità, lo 0,8% in più e a ritmi più sostenuti rispetto al 2014, portando il tasso di occupazione al 56,3% (+0,6 punti). La stima dei disoccupati “diminuisce in misura significativa” di 203 mila unità, pari al 6,3% in meno rispetto all’anno precedente, soprattutto nella seconda metà dell’anno, con una flessione del tasso di disoccupazione di 0,8 punti (dal 12,7% del 2014 all’11,9 del 2015). Si riduce il numero di coloro che cercano lavoro da almeno 12 mesi, la cui incidenza passa dal 60,7 al 58,1%.

Nonostante l’aumento dell’ultimo trimestre, rileva l’Istat, nel 2015 il numero di inattivi diminuisce per il secondo anno consecutivo (-84 mila, -0,6%) ma soltanto tra gli uomini (-110 mila, -2,1%) a fronte dell’aumento tra le donne (+26 mila, +0,3%). Il calo riguarda la componente più distante dal mercato del lavoro (-182 mila, -1,7%) mentre crescono le forze di lavoro potenziali (+98 mila, +2,8%). Per il primo anno dal 2004, inizio della serie storica, diminuisce il numero degli scoraggiati (-42 mila, -2,1%), la cui flessione è iniziata nel secondo trimestre.

Si amplia il gap di genere: l’aumento dell’occupazione maschile (+139 mila, +1,1%), più che doppio rispetto a quello delle donne (+47 mila, +0,5%), si riflette nella dinamica dei tassi di occupazione (+0,8 punti rispetto a +0,3 punti). Al maggiore calo del tasso di disoccupazione delle donne si associa l’aumento del tasso di inattività, diminuito invece per gli uomini. Si riducono i divari territoriali, con la crescita dell’occupazione più accentuata nel Mezzogiorno (+94 mila, +1,6%) in confronto al Centro (+40 mila, +0,8%) e al Nord (+52 mila, +0,4%), a cui si accompagna il maggior aumento del tasso di occupazione e la diminuzione più forte di quello di disoccupazione.

A seguito della crescita negli ultimi due trimestri, si attenua il calo degli occupati con 15-34 anni (-27 mila, -0,5%), che porta a un lieve aumento del tasso di occupazione (+0,1 punti). Anche per i 35-49enni la riduzione del numero di occupati si accompagna all’aumento del tasso di occupazione (+0,3 punti). Prosegue la crescita degli occupati e del tasso per gli ultracinquantenni.

Insegnanti precarie sui ponteggi a Roma per protesta contro la Madia

precarie

Stanche, infreddolite, ma determinate a proseguire: questo il bilancio della seconda notte trascorsa in bilico sui ponteggi per le precarie di nidi e scuola d’infanzia di Roma Capitale, che dal pomeriggio del 8 marzo protestano sulle impalcature di piazza Madonna di Loreto contro la perdita del posto di lavoro per oltre 5.000 lavoratrici del settore scolastico educativo. Il maltempo che in questi giorni imperversa sulla capitale, insieme agli spazi angusti ed a tutti i disagi della situazione, stanno mettendo a dura prova le precarie ed hanno determinato il malore che ieri ha colpito una di loro, costretta ad abbandonare i ponteggi ed ora a letto con febbre alta. Le precarie e l’Usb ribadiscono pertanto la richiesta di incontro al Ministro Madia per affrontare concretamente e a risolvere la vertenza.

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Disoccupazione in calo in Italia. Nel 2015 il tasso di disoccupazione – secondo i dati diffusi dall’Istat – scende all’11,9%. Dopo sette anni di aumento ininterrotto, quindi, nel 2015 la stima dei disoccupati diminuisce in misura significativa (-203 mila, -6,3%), soprattutto nella seconda metà dell’anno. A ciò corrisponde un calo del tasso di disoccupazione di 0,8 punti (dal 12,7% del 2014 all’11,9 del 2015). Si riduce il numero di chi cerca lavoro da almeno 12 mesi, la cui incidenza passa dal 60,7 al 58,1%. Nonostante l’aumento dell’ultimo trimestre, nel 2015 il numero di inattivi diminuisce per il secondo anno consecutivo (-84 mila, -0,6%) ma soltanto tra gli uomini (-110 mila, -2,1%) a fronte dell’aumento tra le donne (+26 mila, +0,3%). Il calo riguarda la componente più distante dal mercato del lavoro (-182 mila, -1,7%) mentre crescono le forze di lavoro potenziali (+98 mila, +2,8%). Per il primo anno dal 2004, inizio della serie storica, diminuisce il numero degli scoraggiati (-42 mila, -2,1%), la cui flessione è iniziata nel secondo trimestre. Nel solo quarto trimestre il tasso di disoccupazione rimane stabile all’11,5% rispetto al trimestre precedente e quello di inattività diminuisce in misura lieve (-0,1 punti) attestandosi al 35,8%. Prosegue per il secondo trimestre consecutivo il calo dei disoccupati, la cui stima scende a 3 milioni 53 mila unità (-366 mila in un anno). Anche il tasso di disoccupazione è in diminuzione su base annua (dal 13,3% del quarto 2014 all’attuale 11,9%), con una contrazione più accentuata per le donne e nel Mezzogiorno. Nel quarto trimestre 2015 continua la discesa della disoccupazione di lunga durata (almeno 12 mesi): dal 60,3% di un anno prima all’attuale 57,7%. Si stimano a 1 milione 762 mila le persone in cerca di occupazione da almeno un anno (-301 mila nel raffronto tendenziale). Nel quarto trimestre 2015 continua la discesa della disoccupazione di lunga durata (almeno 12 mesi): dal 60,3% di un anno prima all’attuale 57,7%. Si stimano a 1 milione 762 mila le persone in cerca di occupazione da almeno un anno (-301 mila nel raffronto tendenziale). La forte riduzione dei disoccupati riguarda sia le persone con precedenti esperienze lavorative (-239 mila nel confronto tendenziale) sia quelle in cerca di prima occupazione (-127 mila, nella maggior parte dei casi giovani e donne). Si conferma l’importanza del canale informale nella ricerca di lavoro; rivolgersi a parenti, amici e conoscenti resta l’azione più diffusa e in crescita (89,7%, +3,0 punti sul quarto trimestre 2014); seguono l’invio di curriculum (72,5%, -0,9 punti) e la ricerca tramite internet (58,4%, +1,2 punti), azioni più frequenti tra i giovani e i laureati. Dopo sette trimestri di calo ininterrotto, nel quarto trimestre 2015 torna a crescere la stima degli inattivi di 15-64 anni, a sintesi dell’aumento per le donne e del calo per gli uomini (+143 mila e -107 mila, rispettivamente). Anche l’incremento del tasso di inattività è dovuto soltanto alla componente femminile mentre l’indicatore continua a diminuire per gli uomini. La crescita dell’inattività riguarda coloro che non cercano lavoro e non sono disponibili a lavorare (+130 mila); diminuiscono, invece, le forze di lavoro potenziali (-94 mila), in particolare quanti non hanno cercato lavoro nelle ultime quattro settimane ma sono immediatamente disponibili a lavorare. Dai dati di flusso, nel corso di un anno, diminuisce la permanenza nella disoccupazione a favore dell’aumento delle transizioni verso l’occupazione o l’inattività.

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1 commento

  1.   

    In base alle rilevazioni trimestrali dell’Istat, gli occupati sarebbero cresciuti nel corso degli ultimi dodici mesi terminanti a dicembre 2015 di 184 mila unità, grazie pressoché esclusivamente alla crescita dei dipendenti, dato che i lavoratori autonomi sarebbero diminuiti di 114 mila unità.
    Dei 298 mila dipendenti in più, quelli assunti a tempo indeterminato sono 207 mila e 91 mila quelli con contratti a termine. Quest’ultimi sono oltre il 14% dei dipendenti (13,8 alla fine del 2014).
    Delle 207 mila assunzioni nette a tempo indeterminato, ben 74 mila sono part time.
    Tra i lavoratori a tempo indeterminato si stima che quasi 320 mila siano in cassa integrazione (il 2,2%), in calo rispetto ad un anno prima del 45%, ovvero di 260 mila unità.
    L’area del lavoro precario estensivamente intesa, ossia quelli con contratto a tempo determinato, i lavoratori part-time  e quelli in cassa integrazione, riguarda più di 5,4 milioni di persone, pari al 31,7% dei dipendenti.
    I disoccupati ufficialmente censiti dall’Istat sarebbero poco meno di 3,1 milioni, in calo rispetto ad un anno prima di 367 mila unità. Il tasso di disoccupazione scende dal 13,3 all’11,9%.
    Tuttavia occorre considerare anche coloro che hanno rinunciato a cercare attivamente un’occupazione ma sono disponibili a lavorare, qualora ve ne fosse l’opportunità. Parliamo di 3,6 milioni di persone.
     
    Aggiungendo anche i cassintegrati  il tasso di disoccupazione effettivo arriva  al 23,7%. Rispetto ad un anno prima abbiamo una diminuzione di 2,3 punti percentuali. Una buona notizia, ma non si può dimenticare che vi sono comunque 6,9 milioni di persone che non hanno un lavoro e dipendono dal sostegno pubblico o dall’aiuto di parenti e amici.
     
     
    http://www.rischiocalcolato.it/2016/03/a-fine-2015-la-disoccupazione-effettiva-e-al-237.html