“Una grandissima sciocchezza” che la Cgil abbia forzato di proposito il quesito per farselo bocciare ed evitare cosi’ il rischio di una sconfitta sull’abrogazione del jobs act sull’articolo 18.
Lo afferma Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil in un’intervista a Repubblica aggiungendo che “lo dimostra anche il fatto che nella consulta c’e’ stata una discussione vivace e che la decisione di non ammettere il referendum e’ stata presa solo a maggioranza. Comunque per noi la questione resta una battaglia di civilta’”.
“Valuteremo le motivazioni della sentenza e poi decideremo. Intanto chiediamo che gia’ da domani il governo fissi la data dei due referendum ammessi: su voucher e appalti”, continua aggiungendo che “vogliamo cancellare anche la parola voucher. Sarebbe ora di tornare a parlare in italiano, come mi ha detto un lavoratore in assemblea, perche’ da quando usate queste parole straniere, ha aggiunto, i miei diritti si sono ridotti. Non si puo’ andare in tabaccheria e comprare un voucher come un pacchetto di sigarette”.
Il referendum sugli appalti “non e’ affatto marginale. Per importanza e’ superiore anche ai voucher. I lavori in appalto e subappalto riguardano tutti i settori e milioni di lavoratori, dalla sanita’ alla logistica, dalla cantieristica al commercio.
Succede che per i lavoratori ai quali non viene pagato lo stipendio o non si versano i contributi non c’e’ la responsabilita’ di nessuno. Per spezzare questa degenerazione deve esserci una responsabilita’ solidale tra impresa appaltante e subappaltatrice”, conclude. (MF-DJ NEWS)