La promessa del premier di abolire la Tasi sulla prima casa e l’Imu agricola si scontra contro i tecnici del Parlamento che bocciano su quasi tutta la linea la manovra e in particolare la parte che riguarda la tassazione sulla prima casa.
Nel dossier del Servizio Bilancio di Camera e Senato sul ddl stabilità, infatti, i tecnici sostengono che l’abolizione della Tasi “può determinare un irrigidimento dei bilanci comunali in quanto limita la possibilità di manovra dei Comuni a valere sulle proprie entrate a scapito della voce maggiormente rigida e fissa del fondo in esame”. Insomma, nonostante il governo intervenga compensando le mancate entrate con l’aumento del fondo di solidarietà comunale, senza Tasi e Imu agricola i sindaci si ritrovano a dover fare i conti con un bilancio poco flessibile e adattabile alle esigenze del Comune.
Ma non è la sola grana per Matteo Renzi. Anche sul tanto discusso canone Rai in bolletta i tecnici hanno dubbi e chiedono chiarimenti sulla verifica dell’entità del gettito atteso.
Dicono i servizi bilancio di camera e senato: “l’aumento della dotazione del fondo di solidarietà comunale in sostituzione del gettito Tasi per gli immobili adibiti ad abitazione principale e, con riferimento alla sola Imu per i terreni agricoli, può determinare un irrigidimento dei bilanci comunali in quanto si limita la possibilità di manovra dei comuni a valere sulle proprie entrate a scapito della voce maggiormente rigida e fissa del fondo in esame”.
Altro intervento sul quale il servizio bilancio esprime dubbi è il pagamento del canone Rai con la bolletta dell’enmergia elettrica: in particolare, nel dossier sulla legge di stabilità, si ritiene utile “verificare se sia tenuto conto dell’impatto sul gettito atteso di eventuali contenziosi in relazione a incerteze applicative che potrebbero derivare dalla nuova presunzione legale di possesso di apparecchio televisivo e dagli obblighi posti a carico di soggetti privati e non privi di rilevanza economica”.Per i tecnici, “non appare del tutto chiara”, inoltre, la formulazione della misura nella parte in cui “attribuisce le quote delle entrate del canone di abbonamento già destinate dalla legislazione vigente a specifiche finalità sulla base dell’ammontare delle predette somme iscritte nel bilancio di previsione per l’anno 2016”.
Il chiarimento, sottolineano “appare opportuno sia al fine di escludere conseguenze pregiudizievoli per l’erario per l’eventualità in cui nell’esercizio 2016 si registrino minori entrate a titolo di canone sia al fine di evitare che il nuovo criterio di imputazione per gli esercizi futuri, in relazione alla destinazione di minori somme rispetto allo stanziamento per l’anno 2016, non sia in grado di assicurare adeguatamente la copertura degli oneri a cui il canone è destinato dalla legge”.
ronin
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…tu che ne sai più di me su queste vicende, sapresti dirmi a cosa si riferisce l’articolo quando parla genericamente di tecnici del parlamento… chi sono…?… consulenti esterni?… dipendenti?… parlamentari…?…
…e credo che siamo d’accordo sul fatto che nei palazzi se ne infischiano delle leggi e della costituzione, della Italia e degli italiani…
belfagor
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