La fase “stellare” di vendite della Lego sembra avviata verso la conclusione. Dopo aver collezionato successi a doppia cifra nel 2014 e nel 2015, nel primo semestre del 2016 le performance della casa produttrice dei famosissimi mattoncini restano in fase di stallo.
La compagnia danese ha registrato infatti un calo dell’utile netto dell’1%, nonostante i ricavi in un anno siano comunque aumentati dell’11% (2,35 miliardi di dollari). Il campanello d’allarme però è suonato lo stesso, tanto che Lego ha fatto sapere di avere già un piano per tornare a crescere, non solo negli Stati Uniti, ma anche e soprattutto in Asia ed Europa, ovvero i mercati dove ha racimolato le maggiori soddisfazioni.
Del resto Lego ha dimostrato con i fatti di sapere come invertire le tendenze. Negli ultimi 10 anni è riuscita, infatti, a riprendersi da quello che gli analisti già definivano come uno dei collassi finanziari annunciati e diventare l’azienda di giocattoli più redditizia al mondo. E questo nonostante i bambini del terzo millennio siano sempre più attratti dalle nuove tecnologie, come smartphone e tablet.
Il Ft ha anche fatto dei paragoni per rendere meglio l’idea della portata della compagnia danese, che vanta un fatturato di 2,35 miliardi di dollari nel primo semestre, ben più alto degli 1,83 di Mattel (produttore di Barbie e proprietaria della Fisher Price) e degli 1,71 miliardi di Hasbro (che ha i marchi Monopoli e My Little Pony).
Il divario addirittura cresce se il confronto si sposta sulla redditività, perché Lego vanta 529 milioni di dollari, mentre Mattel si ferma a 92 e Hasbro a 101 milioni.