Cnao, risorsa italiana non sfruttata. In Giappone con la stessa tecnica già trattati 8mila tumori ritenuti “impossibili”. A Pavia solo 550 pazienti.
L’adroterapia è una terapia che rappresenta una nuova frontiera nella lotta ai tumori. Consiste nel bersagliare i tessuti malati con protoni o con ioni carbonio che si comportano come proiettili intelligenti: raggiungono e distruggono le cellule malate, anche in zone profonde del corpo, risparmiando sostanzialmente le altre.
Salvare tessuti delicati o importanti può migliorare radicalmente la qualità della vita dei pazienti. Solo 35 centri al mondo però praticano l’adroterapia con protoni, e solo sei quella con ioni carbonio. Uno di questi centri si trova in Italia, a Pavia.
Il cuore di un centro per l’adroterapia è uno strumento: un acceleratore di particelle. Di norma è un apparato utilizzato dai fisici per ricerche di base, ad esempio per capire come è fatta la materia o come è nato l’universo. Si tratta di studi molto astratti. Qui al contrario l’acceleratore di particelle ha uno scopo estremamente pratico: produrre nuclei di idrogeno, cioè protoni, oppure nuclei di carbonio. Girando all’interno dello strumento le particelle acquisiscono un’energia molto specifica, calibrata con precisione a seconda di quanto il tumore è localizzato in profondità all’interno dell’organismo. Una volta raggiunta l’energia giusta, i proiettili sono diretti verso le cellule tumorali. Attraversano i tessuti sani. Come tutte le particelle, anche protoni e ioni carbonio hanno una massa piccolissima, e quindi passano praticamente senza fare danni. E soprattutto perdono pochissima dell’energia in loro possesso. La gran parte di questa viene rilasciata solo a fine tragitto, cioè nell’istante in cui i nuclei raggiungono le cellule malate. Questa emissione di energia danneggia il DNA rompendolo in più punti e uccide le cellule tumorali. L’acceleratore di particelle è come un fucile dalla precisione estrema e può sparare pallottole di diverso calibro: i protoni, che hanno una potenza minore, o i nuclei di carbonio, che ne hanno di più e sono più adatti a trattare tumori.
L’adroterapia è un prodotto indiretto della ricerca in fisica, come pure lo sono i raggi X, che da decenni vengono usati nella lotta ai tumori. Cosa ha di diverso l’adroterapia?Il Dott. Sandro Rossi spiega “Dal punto di vista della fisica, i protoni e i nuclei di carbonio hanno una maggiore precisione ed efficacia, per questo riescono a fare danno soprattutto nel punto dove serve. I raggi X invece rilasciano la loro energia soprattutto nei primi millimetri dei tessuti attraversati, cioè a livello della pelle. Quindi questo apparecchio produce dei bisturi molecolari superprecisi che arrivano fino a una profondità di trenta centimetri nel corpo del paziente”.
I pazienti vengono trattati in speciali sale, a Pavia ce ne sono tre. Il paziente viene adagiato sul lettino.
La fase preliminare è la più delicata: medici e tecnici devono essere assolutamente certi che le particelle prodotte dall’acceleratore siano indirizzate nel punto esatto dove servono, e non è una valutazione che si può fare ad occhio.
Un sistema computerizzato pone il paziente in quella che probabilmente è la posizione giusta, ma non basta ancora. Questi tubi a raggi X eseguono delle radiografie di controllo in base alle quali la posizione del paziente viene modificata. Le particelle raggiungeranno il bersaglio con una precisione di due decimi di millimetro. La fase di preparazione dura circa mezz’ora. Ora inizia il trattamento con i nuclei. Dura 6 minuti. Nello ha già fatto 18 sedute e in tutto ne saranno necessarie 20.
La degenza non è faticosa perché non serve ospedalizzazione: i trattamenti vengono effettuati in ambulatorio.
Fino ad oggi nel mondo sono stati trattati circa 100.000 pazienti con protoni e 10.000 con ioni carbonio. È un numero tutt’altro che trascurabile e i risultati sono stati incoraggianti, tuttavia i medici stanno ancora conducendo studi per stabilire con certezza in quali casi l’adroterapia offra davvero la soluzione migliore.
Quando è indicata l’adroterapia?
Esistono indicazioni consolidate che riguardano tumori “difficili” per sede, quali ad esempio quelli che originano nella base del cranio o ancora il melanoma dell’occhio. L’adroterapia con ioni carbonio inoltre è l’unica soluzione per tumori che non rispondono ai raggi X. Gli studi più recenti hanno poi messo in evidenza l’utilità dell’adroterapia anche in altri tipi di tumori. Al CNAO è in corso una sperimentazione che riguarda i tumori della prostata in stadio avanzato e tra breve inizierà quella su tumori al pancreas e al fegato.
Oggi gli specialisti ritengono preferibile fare ricorso alle terapie tradizionali e consolidate in tutti quei casi nei quali queste danno dei buoni risultati. Ma l’adroterapia è un settore in rapida e costante evoluzione, con scenari che possono cambiare rapidamente. Esistono infatti indicazioni consolidate che riguardano tumori “difficili” per sede, quali ad esempio quelli che originano nella base del cranio o ancora il melanoma dell’occhio. L’adroterapia con ioni carbonio inoltre è l’unica soluzione per tumori che non rispondono ai raggi X. Gli studi più recenti hanno poi messo in evidenza l’utilità dell’adroterapia anche in altri tipi di tumori. Al CNAO è in corso una sperimentazione che riguarda i tumori della prostata in stadio avanzato e tra breve inizierà quella su tumori al pancreas e al fegato.
Il Centro di Adroterapia di Pavia è considerato uno dei più avanzati al mondo. È stato costruito con la collaborazione di numerosi enti italiani e stranieri e in particolare dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, del CERN di Ginevra del GSI di Darmstadt, delle Università di Milano, Pavia e del Politecnico di Milano. Questa rete ha permesso di costruire il centro investendo meno della metà di quello che sarebbe stato necessario se si fossero dovute sviluppare e acquistare tutte le parti sul mercato. Il risultato è tanto all’avanguardia che il progetto italiano è stato ufficialmente preso a modello in Austria e sulla sua base è in corso di costruzione un centro di adroterapia la cui inaugurazione è prevista per il 2016. Diverse istituzioni straniere, ad esempio dalla Francia, attendono di stabilire collaborazioni con il centro italiano.
Quando il Centro di Pavia sarà a pieno regime potrà trattare tutti i pazienti italiani per i quali ci potrebbe essere la necessità, circa 2000 casi l’anno; molti di questi pazienti oggi devono andare all’estero per farsi curare.
L’Italia è riuscita a divenire uno dei primi Paesi al mondo che dispongono di un centro per l’adroterapia. È merito della grande tradizione nella ricerca in fisica che ci ha reso in grado di costruire strumenti sofisticatissimi, e anche della visione del fisico Ugo Amaldi che già nel 1991 iniziò il percorso culminato con la nascita del Centro di Pavia. L’adroterapia deve ancora dimostrare di poter mantenere tutte le sue promesse, ma per alcuni pazienti è una possibilità straordinaria e molti di loro non possono aspettare.
Fonte: SuperQuark
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