C’è un governo che sta svendendo l’Italia alle multinazionali straniere, distruggendo un sistema assistenziale che un tempo era fra i più avanzati del mondo, impoverendo la classe media e il piccolo commercio, svuotando la Costituzione e trasformando la nostra democrazia partecipativa in un regime controllato dai ricchi e dai potenti, svilendo il nostro patrimonio culturale e sociale, ossia la più preziosa risorsa che abbiamo.
Il tutto mentendo quotidianamente grazie all’incondizionato appoggio dei media, alla sistematica censura di qualunque critica e all’uso del gossip e della disinformazione per gettare fango sull’opposizione. Con il sostegno degli Stati Uniti e della Germania, di Goldman Sachs e della finanza globalista, di innumerevoli celebrity e intellettuali in vendita, come sempre, al miglior offerente, inclusi economisti disposti a inventarsi prospettive apocalittiche se non si faccia esattamente quello che vuole il Pd, anche dopo tre anni di catastrofico declino economico.
Per non parlare della polizia, scatenata contro i lavoratori e contro chiunque protesti con una brutalità molto simile a quella di un altro governo democristiano che tentò il colpo di stato stravolgendo il meccanismo elettorale, nel 1953, al tempo della legge truffa.
Ma alle anime morte della ex sinistra tutto ciò non importa. Loro si indignano per un congiuntivo non usato, per un errore di geografia, per una metafora politicamente poco corretta, per un epiteto volgare. Che gli dimostrano che tutti sono uguali e che dunque tanto vale turarsi il naso e non provare a resistere.
Anche di fronte a una santa alleanza di poteri forti e fortissimi, di fronte a un’immensa concentrazione di ricchezza e di mezzi di persuasione, di fronte a una deriva etica e culturale attentamente pianificata, di fronte a una corruzione ed evasione fiscale gigantesche, loro si scandalizzano per dei dettagli, facendo finta che la morale sia tutta lì, nelle forme e in singoli episodi: e pensi che ambiente che può venir fuori, / non c’è più morale, contessa.
E visto che l’ho citata, userò la vecchia canzone di lotta di Paolo Pietrangeli anche per indicare l’unica possibile soluzione al problema dei fiancheggiatori esterni del renzismo e dei loro diversivi, che diffondono rassegnazione e acquiescenza: le idee di rivolta non sono mai morte; / se c’è chi lo afferma non state a sentire, / è uno che vuole soltanto tradire.
di Francesco Erspamer, professore di lingue romanze e letteratura alla Harvard University
Fonte: Facebook
Segnalato da ronin, grazie
Cesare58
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belfagor
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