M5S, gelo tra Raggi e il direttorio. Base in rivolta sul web: “sindaca affossa il movimento”

Caos al Campidoglio, Di Maio diserta “Politics” su Rai3 e su Twitter spopola l’hashtag #RAGGIrati. Il primo ospite della prima puntata di Politics, il nuovo talk show della …

Caos al Campidoglio, Di Maio diserta “Politics” su Rai3 e su Twitter spopola l’hashtag #RAGGIrati. Il primo ospite della prima puntata di Politics, il nuovo talk show della Rai condotto da Gianluca Semprini, doveva essere il membro del direttorio M5s Luigi Di Maio. “Ma Di Maio poco fa ci ha chiamato, non verrà”, ha annunciato lo stesso Semprini, in un video postato sui social network. “Perchè? Lo capite facilmente da soli: la grande crisi del M5s a Roma, la bugia della Muraro, la bugia anche della Raggi, e ora il grande silenzio”.

Di Maio avrebbe dovuto rispondere in diretta alle domande degli ascoltatori, ma “non aboliamo la diretta Facebook: doveva essere #DiMaioRisponde, diventa #DiMaioNonRisponde”, conclude Semprini. Intanto crollano i consensi del M5S sui social media. Su Twitter, sotto l’hashtag #RAGGIrati, valanga di messaggi contro la sindaca Virginia Raggi che ieri, dopo aver sempre negato, ha ammesso di essere invece a conoscenza dal 18 luglio scorso che la sua assessora Paola Muraro è indagata (da aprile) per violazione della legge sui reati ambientali.

È grave che un sindaco menta più e più volte, soprattutto su questioni irrisorie come caso Muraro. Problema tutto interno al M5S #RAGGIrati” scrive un utente del social media. “Logica grillina: Sbaglia il PD, è colpa del PD. Sbaglia il M5S, è sempre colpa del PD #RAGGIrati” scrive un altro. “Ma com’è che Grillo non scrive sul suo Blog di queste vicende? Avrei voluto vedere se il sindaco era la Meloni o altri! #RAGGIrati” si legge ancora in un altro messaggio. Ma tra i messaggi ostili alla sindaca, ci sono anche quelli che invece la difendono e attaccano il Pd: “Grazie a @pdnetwork per sorvegliare instancabilmente sulla giunta Raggi.Siete gli stessi che di RomaCapitale non sapevano nulla? #RAGGIrati” scrive uno. E un altro dice: “#RAGGIrati da #Renzi che sta facendo la guerra ai 5stelle. E voi ci siete cascati in pieno”.

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E’ sempre piu’ bufera dentro M5S. Il giorno dopo l’audizione in commissione Ecomafie del sindaco di Roma Virginia Raggi e dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro, c’e’ alta tensione nel Movimento e si ragiona sulle decisioni da prendere.

Secondo quanto riferisce all’Agi una fonte autorevole dei 5 Stelle, oggi ci sara’ una riunione del Direttorio per fare il punto su una situazione che e’ sempre piu’ incandescente. E prende piede l’ipotesi, sempre secondo quanto viene riferito, della possibilita’ che si chieda all’assessore Muraro di fare un passo indietro. Anche se, spiega la stessa fonte, “Muraro e’ quella che si e’ comportata meglio perche’ ha informato chi doveva informare”.

Mentre nel mirino c’e’ la Raggi che, viene accusata da esponenti autorevoli di M5S, “non ha informato i vertici”, in primis Beppe Grillo che in questa fase ha scelto di rimanere defilato. C’e’ chi ha scritto un messaggio a Grillo per chiedergli un intervento a gamba tesa e far tornare “i 5 Stelle ad essere i 5 Stelle”. Ma il leader M5S non ha risposto anche se trapela una sua grande irritazione e delusione.

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“La verita’ – accusa ancora la fonte pentastellata – e’ che la Raggi sta cercando di liberarsi del mini Direttorio. O i 5 Stelle tornano a fare i 5 Stelle senza alcun timore reverenziale nei confronti di quella che e’ la sindaca di Roma, e quindi o le tolgono il simbolo o le dicono di cominciare a lavorare bene. Oppure – prosegue – diventiamo peggio di un partito”. Mentre le chat e i telefoni pentastellati continuano ad essere roventi, il Direttorio continua ancora a tacere e a non esprimere una linea ufficiale.. Ieri sera, esempio emblematico, l’audizione di Raggi e Muraro in commissione Ecomafie e’ stata trasmessa praticamente dappertutto – sul canale web della Camera dei deputati e su molti siti – ma non sul blog di Grillo ne’ di altri esponenti 5 Stelle.

Virginia Raggi ha ammesso di non aver informato ne’ Grillo ne’ Luigi Di Maio dell’indagine a carico della Muraro, ma solo alcuni parlamentari, Stefano Vignaroli e Paola Taverna; un europarlamentare e un consigliere regionale. Raggi ha spiegato anche che e’ stato il deputato M5S Vignaroli a presentarle Paola Muraro: “e dopo aver incontrato tantissimi esperti l’ho nominata, perche’ oltre ad avere la nostra stessa visione del problema rifiuti aveva una conoscenza della vicenda romana e aveva combattuto battaglie nostre come quella della legalita’”. Poi ha concluso:” Vignaroli e’ il maggior conoscitore della situazione dei rifiuti e mi sono avvalsa del suo aiuto per iniziare a studiare e capire una materia cosi’ delicata”.

Intanto Carla Raineri, magistrato di Corte d’Appello, ex capo di gabinetto della Raggi tirata in ballo dal sindaco di fronte alla commissione Ecomafia, punta il dito contro i grillini. “La verita’ e’ che ero ‘scomoda’, avvertita come un corpo estraneo, come un nemico da abbattere” ha detto in un’intervista a Repubblica, Raggi ha detto che fu un colloquio con Raineri a rassicurarla sul fatto che il reato contestato all’assessora Muraro era “generico”. “Da magistrato – replica Raineri – non comprendo il senso dell’espressione ‘reato generico’. Muraro venne da me a chiedere un parere sulla sua situazione. Mi disse che aveva saputo di essere indagata e che voleva valutare l’opportunita’ di andare a parlare con il pm per caldeggiare l’archiviazione. Io la sconsigliai. Ricordo di averle detto subito: ‘A Milano queste cose non si fanno’. Quindi aggiunsi che si trattava di una mossa controproducente. Se dopo averla ascoltata il pm non avesse archiviato, questo avrebbe aggravato la sua posizione. Al colloquio era presente la sindaca”.

Da parte sua anche il magistrato Raffaele De Dominicis, voluto dalla Raggi al Bilancio, replica ai retroscena che circondano la sua nomina e definisce “strumentale” e “grottesca” la polemica sul ruolo avuto dall’avvocato Sammarco. E per questo “vado avanti avanti con il sindaco Raggi” dice e aggiuneg di non aver mai incontrato il legale “ne’ di considerare disdicevole se abbia doverosamente prestato il proprio ministero difensivo in favore dell’onorevole Previti”.

Il Direttorio di M5S si deve dimettere. A chiederlo e’ Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, sospeso dal Movimento 5 Stelle da mesi e ancora in attesa di ‘verdetto’ definitivo. Dura l’accusa di Pizzarotti, affidata ad una lunga dichiarazione, in relazione al caos Roma: “Il Direttorio dovrebbe oggi rassegnare in blocco le proprie dimissioni per non aver saputo gestire il Movimento, e si dovrebbe finalmente tornare a parlare di partecipazione e di condivisione degli indirizzi politici. L’Italia non si governa con due clic in rete e con decisioni calate dall’alto e a porte chiuse”. (AGI)

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Paola Muraro è iscritta nel registro degli indagati dal 21 aprile 2016 dalla procura di Roma. Lei è venuto a saperlo il 18 luglio – cioè undici giorni dopo la Giunta insediata il 7 luglio -, la sindaca Virginia Raggi ne è stata informata “tra la metà e fine luglio” e lo ha reso noto ai vertici del M5S.

Sono devastanti le verità emerse nel corso dell’audizione avvenuta lunedì 5 settembre in commissione parlamentare Ecomafie dell’assessore all’Ambiente del Comune di Roma e della sindaca M5S, Virginia Raggi. Ai parlamentari che le chiedono perché abbia negato in un’intervista di essere sotto indagine, Muraro risponde: “Io non ho avuto un avviso di garanzia. La domanda del giornalista era sull’avviso di garanzia, non sull’indagine, e io ho risposto”. E di rimando Virginia Raggi: “Non ho mai mentito, se mi avessero chiesto del fascicolo avrei risposto”. La prima cittadina minimizza: “Siamo in attesa di leggere le carte perché al momento non si sa ancora nulla. E’ una contestazione generica, non c’è nessun avviso di garanzia. Non appena ci saranno maggiori precisazioni, prenderemo provvedimenti”.

Ma la valanga di polemiche è già in corso. Da Fratelli d’Italia al Pd, passando per Stefano Fassina di Sinistra italiana, tutti chiedono le dimissioni dell’assessora. Ancora da vedere l’effetto delle dichiarazioni sul direttorio M5S. Nessuno fiata dai vertici del Movimento. Soltanto il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, in bilico nel M5S in quanto sospeso, scrive su Twitter: “In effetti stando seduti in riva al fiume passa un sacco di gente #noleggiosalvagenti”.

In una seduta fiume, cominciata verso le cinque e mezzo di pomeriggio, Raggi e Muraro si difendono e spiegano la loro verità dei fatti. Date e scadenze si susseguono in una vicenda intricata che vede sul banco di accusa la assessora arrivata apposta da Trieste. “Non mi aspettavo di essere sottoposta a questo attacco mediatico. Tutto nasce dalle dichiarazioni di Fortini nei miei confronti, che ha omesso di parlare del suo ruolo: lo ha fatto per distogliere l’attenzione dalla sua persona”, spiega Muraro, ripercorrendo passo a passo tutta la vicenda e accusando apertamente di “calunnia” l’ex presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ama, Daniele Fortini. “Lo denuncerò”, promette.

L’assessora precisa che attestazioni e certificazioni in Ama non spettavano a lei, come invece detto, e aggiunge che “dal 17 maggio i rapporti con Fortini si erano incrinati”. Muraro infine ci tiene a sottolineare di aver chiesto lei stessa di essere audita dal pm, pur “alla cieca” – perché non conosce ancora le carte -, in quanto non ha nulla “da temere ma molto da dire” e annuncia che andrà dal pm nei prossimi giorni per essere ascoltata.

Intanto la Raggi “salva” i big del Movimento. Perché se è vero che ha ammesso “ho avvisato” i vertici M5S, va anche sottolineato che il primo pensiero è stato quello di specificare che si trattava di “alcuni parlamentari, Paola Taverna, Stefano Vignaroli, un eurodeputato e un consigliere regionale”. Alla domanda se avesse avvisato Luigi Di Maio o altri del direttorio, infatti, la risposta è stata secca e perentoria: “No”.

La situazione peggiora la mattina di martedì 6 settembre, alla lettura dei quotidiani. Raggi e Muraro finiscono sotto il dito accusatore dell’ex capo di Gabinetto, Carla Romano Raineri, che in un due distinte interviste a “Corriere della Sera” e “Repubblica” dice le stesse identiche cose: “Paola Muraro mi disse che aveva saputo di essere indagata e che voleva valutare l’opportunità di andare a parlare con il pm per caldeggiare l’archiviazione. Io la sconsigliai. Ricordo di averle detto subito: ‘A Milano queste cose non si fanno’. Quindi aggiunsi che si trattava di una mossa controproducente. Se dopo averla ascoltata il pm non avesse archiviato, questo avrebbe aggravato la sua posizione. Al colloquio era presente la sindaca”.

E anche il racconto degli eventi che hanno portato alle sue dimissioni irrevocabili non aiuta l’immagine della Raggi e del M5S. “Per me, la presenza dell’ex assessore al Bilancio, Marcello Minenna, era la migliore garanzia della serietà delle intenzioni dei neo-eletti. Ma non si può restare in un luogo di lavoro dove si è avvertiti come una minaccia – ha detto Raineri -. Invitai la Raggi a riflettere. Le professionalità in campo non avrebbero avuto problemi nel bypassare personaggi del tutto mediocri: di fatto, però, il duo Marra-Romeo ha continuato a gestire il Campidoglio forte della protezione della Raggi e nell’indifferenza degli altri”.

E sulla possibilità che a remare contro la sindaca ci siano “poteri forti”, la magistrata risponde senza fronzoli: “Se così fosse, non ce ne saremmo semplicemente andati”.

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