I pre-maggiorenni in Italia sono circa un milione e centomila, se potessero votare pareggerebbero gli elettori cosiddetti anziani sopra i 65 anni.
Nuova proposta del leader del Movimento che non mancherà di suscitare polemiche. Beppe Grillo chiede, infatti, di estendere il diritto di voto anche ai 16enni. “A sedici anni puoi lavorare, puoi pagare le tasse, ma non puoi votare. Un giovane non può determinare il suo futuro attraverso la scelta del governo nazionale del suo Paese. E’ un controsenso perché il giovane è il primo a doversi esprimere sul futuro”, si legge sul suo blog.
“Siamo il Paese con le soglie d’età per entrare in Parlamento tra le più alte al mondo: 25 anni per essere eletti alla Camera e 40 per il Senato. Con la popolazione più anziana d’Europa e i giovani con il tasso di disoccupazione più alto d’Europa (40% tra i 18 e i 24 anni).
I 16 e i 17enni in Italia sono circa un milione e centomila, se potessero votare pareggerebbero gli elettori cosiddetti anziani sopra i 65 anni. Sarebbe un più corretto equilibrio generazionale. Il voto è anche uno strumento per arrestare il fenomeno di distacco dalla politica da parte dei giovani cittadini”, scrive Grillo, che quindi attacca: “La paura dei giovani è l’unico motivo per non dare loro il voto, forse perché sono i più informati e sfuggono ai controllo dei media controllati dal regime e con il loro voto cambierebbero il Paese”.
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“Non avrei mai pensato di essere l’artefice di un movimento politico. Si è creata una confusione di ruoli. Io non sono il leader dei 5 Stelle”. Così Beppe Grillo in un’ampia intervista al Corriere della Sera. La decisione di togliere il suo nome dal logo del Movimento? “Non mi sto allontanando, diciamo che faccio un passo di fianco. Ma sono sereno perché ho voglia di riconquistare la mia libertà”.
“Guardate che io sono sempre quel comico che avete conosciuto negli anni, è il vostro punto di vista nei miei confronti che è cambiato”, dice. Di qui il rimedio: “una terapia che faccio agli spettatori”. Nello spettacolo “Grillo vs Grillo” al via agli inizi di febbraio, spiega, “ci saranno dei robot in scena, degli oggetti su cui proietterò dei filmati, e inoltre ci sarà il mio ologramma che finirà per rappresentare quella schizofrenia di cui sono rimaste vittime le persone”.
“Non avrei mai pensato di essere l’artefice di un movimento politico. Ma forse era destino”, afferma. ” successo tutto quasi per caso: la gente usciva dai miei show distrutta, ma anche ringraziandomi per le cose che dicevo. Allora mi sono detto: perché tutte queste esperienze non proviamo a raggrupparle? Ecco, il Movimento è nato più o meno così. Ma attenzione: io non posso essere la visione del Movimento. Bisogna che persone per bene, che sono libere mentalmente, abbraccino e si rendano partecipi di un pensiero comune che potrebbe essere quello del Movimento 5 Stelle sull’energia o in generale su come vogliamo che sia la vita dei nostri figli, dei nostri nipoti. Se non hai questa visione, di questa politica rimane poca cosa”.
“Si è creata una confusione di ruoli. Io non sono il leader dei 5 Stelle, e non ci deve essere alcun leader. Le persone hanno identificato in me questa forma di partito-verticistico che di fatto non esiste. Ecco perché ci sarà sempre più una diffusione dei poteri all’interno del Movimento, lanciato sì grazie alla mia popolarità e alla mia reputazione, ma io non sono a capo di niente. Io voglio essere solo il garante di certe regole precise: questo è e questo sarà il mio compito”. Grillo sottolinea che vuole tornare a essere libero di dire quello che vuole con la “solita ironia”. Un ritorno in tv? “Solo se mi garantiscono una conversazione, non una discussione con immagini che spiazzano”.