Paolo Becchi, professore di filosofia, più volte indicato come ideologo del Movimento 5 Stelle, ha annunciato di aver annullato la sua iscrizione alla piattaforma: “Grillo sempre più assente, forse è deluso anche lui”. Tra le critiche: l’accordo con il Pd per elezione giudici alla Consulta e l’aver accantonato la campagna per il referendum per l’uscita dall’euro.
Paolo Becchi ha lasciato il Movimento 5 Stelle. Il professore di filosofia, più volte definito ideologo M5S e tra i primi sostenitori del progetto politico di Beppe Grillo, ha dato l’annuncio del suo addio in un’intervista al quotidiano online Formiche.net. “Il M5S”, ha detto,”si sta trasformando in un partito ibrido e ha stretto con il Pd un nuovo patto dopo quello del Nazareno facendo da stampella al governo Renzi”. E riprendendo la metafora usata dal comico nel contro-discorso alla nazione del 31 dicembre, ha aggiunto: “Anche Grillo è diventato un ologramma. Non sono nella testa di Beppe e non so se questo suo progressivo farsi da parte sia sintomatico di un po’ di delusione anche da parte sua, ma è sempre più politicamente assente. Ha fatto un discorso di fine anno che era uno spot pubblicitario al suo spettacolo, un intervento teatrale. Forse era inevitabile che il Movimento si istituzionalizzasse, ma il sogno è finito”.
Non è la prima volta che il docente di Genova si scontra con il leader M5S. Dal 2013 è stato più volte riconosciuto dai media come voce autorevole dentro il Movimento e almeno due volte i vertici hanno preso le distanze dalle sue parole. Solo per fare un esempio, nel 2013 venne scaricato in seguito alle sue parole sull’allora ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni: “Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili”, aveva detto, “non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all’economia”.
Becchi ha annunciato di essersi cancellato dalla piattaforma “lo scorso 31 dicembre”. Secondo Becchi l’M5S si è trasformato in un “partito ibrido che da un lato acchiappa chi ancora crede negli ideali di rottura del vecchio Movimento e dall’altro si avvicina alla logica partitica”. E alla domanda se ora a comandare sia Casaleggio, ha risposto: “Ora si apre il problema del garante; Grillo ha detto che è ‘un po’ stanchino’, ma che sarebbe rimasto il garante delle regole. Peccato però che qui non venga rispettata nessuna regola, come sull’espulsione della senatrice Serenella Fucksia“.
Tra le mosse politiche contestate da Becchi c’è anche l’accordo con il Pd per l’elezione dei giudici alla Consulta. “In quell’occasione”, ha continuato, “si è capito come il Patto del Nazareno tra Pd e Fi sia finito del tutto e ne sia nato un altro tra Pd e M5S, tenuto segretissimo tanto che chi ne parla viene ricoperto di insulti in rete”. Un patto che sarebbe preludio di un’intesa anche sul ddl Unioni civili in discussione al Senato a fine gennaio. Secondo il professore i parlamentari grillini hanno cambiato la linea rispetto ai principi originari dei 5 Stelle: “Beppe Grillo è stato sconfessato dal vicepresidente della Camera addirittura sul Financial Times, a cui Luigi Di Maio ha detto che loro non sono favorevoli all’uscita dell’Italia dalla Nato come invece ha sostenuto Grillo. Agli inizi del Movimento se qualcuno avesse detto una cosa del genere sarebbe stato radiato, ora l’intervista viene ripresa dal blog”. Un’altra contestazione fatta da Becchi è quella sulla campagna per un referendum per l’uscita dell’euro: “Grillo aveva promesso agli italiani”, ha concluso, “che entro il dicembre 2015 o al massimo nel gennaio 2016 ci sarebbe stato il referendum sull’euro. Ora più nessuno ne parla”.
Fonte: Il Fatto Quotidiano