Migranti, Ue nel panico per implosione Schengen: Svezia, Danimarca e Germania convocate a Bruxelles

Il commissario europeo all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, chiama a rapporto mercoledì 6 gennaio a Bruxelles i ministri competenti dei governi di Stoccolma, Copenaghen e Berlino per avere spiegazioni sui controlli e la chiusura …

Il commissario europeo all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, chiama a rapporto mercoledì 6 gennaio a Bruxelles i ministri competenti dei governi di Stoccolma, Copenaghen e Berlino per avere spiegazioni sui controlli e la chiusura alle frontiere.

“Per un maggiore coordinamento” di fronte alla pressione migratoria dopo la stretta dei controlli alle frontiere introdotte da Svezia e Danimarca, annuncia il portavoce della Commissione Ue, dopo le pesanti polemiche scatenate dalla decisione di chiudere le frontiere, in barba alla convenzione di Schengen. La notizia ha fatto il giro del mondo, facendo emergere tutti gli scricchiolii dell’Unione europea e dei suoi principi fondanti.

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Europa scricchiola, implode Schengen. Migranti, Danimarca e Svezia chiudono i confini

Sono sei i governi che hanno sigillato le frontiere. Si avvicina la fine della libertà di circolazione dopo lo tsunami di profughi che ha invaso il Continente. Stoccolma ha introdotto controlli sui viaggiatori, incluse le migliaia di pendolari danesi.

La zona di libera circolazione europea, l’area Schengen, è “in pericolo” dopo la decisione di Svezia e Danimarca di chiudere le frontiere al flusso dei migranti e di reintrodurre i controlli di confine. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri tedesco Martin Schaefer. “La libertà di movimento è un principio importante – ha aggiunto – uno dei risultati più grandi nell’Ue degli ultimi anni”.

Danimarca e Svezia chiuse ai migranti Berlino avverte: Schengen in pericolo

Pur non commentando la decisione di Copenhagen e Stoccolma, Berlino spinge “per una soluzione europea” che passi attraverso un efficace controllo delle frontiere esterne dell’Unione, ha detto il portavoce dell’esecutivo Steffen Siebert. E ha poi confermato che il primo ministro danese, Lars Loekke Rasmussen, aveva informato telefonicamente la cancelliera della decisione di riattivare i controlli. Ha inoltre precisato che ogni Paese dell’Ue “sotto la propria responsabilità” può decidere misure di questo genere. “Ma la soluzione non verrà trovata ai confini nazionali fra il Paese A e il Paese B”, ha concluso Seibert, riferendosi comunque alle chiusure dei confini a catena di Svezia e Danimarca.

Da Kiel, capoluogo del Land Schleswig-Holstein, la regione più settentrionale della Germania confinante con la Danimarca, il presidente Torsten Albig ha espresso preoccupazione per la nuova situazione alla frontiera: “E’ una scelta che può nuocere alla buona convivenza tra le regioni di confine e in particolare danneggiare il traffico dei pendolari”. Albig vede un “barlume di speranza” nella scelta delle autorità di Copenhagen di procedere a controlli a campione e di voler salvaguardare il traffico commerciale delle imprese. L’augurio è che le tensioni sui confini scandinavi possano rientrare al più presto.

 

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La Danimarca completa la prima mezza dozzina di Paesi europei che hanno introdotto – in modo parziale o totale – i controlli alle frontiere in un’area Schengen che comincia a fare davvero acqua. È una decisione temporanea, quella di Copenaghen, perfettamente in linea con le regole del patto europeo di libera circolazione. Se considerata insieme con le analoghe delibere prese da Norvegia, Svezia, Austria, Germania e Francia, diventa però il triste presagio di una possibile sventura. Cioè della fine della più grande libertà che l’Europa ci ha donato, il titolo continentale di andare da uno stato all’altro senza essere controllati, di viaggiare da Roma a Berlino come se si andasse a Milano o a Palermo.

La motivazione danese è la stessa di tutti gli altri. Vengono sollevate ragioni di sicurezza nazionale. In pratica, si intende arginare il flusso disorganizzato dei migranti (e la possibile intimidazione terroristica), cosa che dovrebbe fare l’Europa, ma che non si vede per colpa della mancanza di intesa fra le capitali del club Ue. La soluzione non può venire altrimenti. Occorre che i governi si mettano d’accordo sul rendere efficaci i controlli all’accesso (condividendone i costi e le responsabilità), operare una equa redistribuzione fra tutti coloro che arrivano e hanno diritto di restare (condividendone gli oneri) e allontanare subito chi è dimostrato illegale.

L’alternativa è il caos nazionale e un possibile tracollo di Schengen, dunque la sparizione di un diritto fondamentale per colpa dell’incapacità di stilare una ricetta comune, soprattutto per ragioni di incertezza politica interna. Senza un’azione forte a livello comunitario la morte della libera circolazione potrebbe farsi vicina, anche in tempi brevi. I profeti delle piccole patrie troveranno magari l’idea rincuorante. Gli altri avrebbe ragione di preoccuparsi e incalzare i proprio governi perché trovino una intesa. Perché? Perché senza Schengen, per usare l’esempio delle code infinite a Bardonecchia, ogni giorno sarebbe drammatico come lo è stato appena questo fine settimana.

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3 commenti

  1.   

    Caro Giaguas, altro che Befana ci farà festeggiare l’UE! La Mogherini la vedo bene a cavallo della scopa!… ma a noi porterà solo il fumo delle bombe e il profumo degli imbrogli che tramano alle spalle delle popolazioni in corso di depauperamento di ogni diritto e sovranità!

  2.   

     

    Speriamo approfittino della assenza forzata della Befana Mogherini, che domani svolazzera’ per donare Carbone agli Europei riottosi e ribelli…
    Spero che a Brusselles pongano finalmente, il rispetto dei Cittadini Europei, come primaria necessita’ da salvaguardare, come il loro Diritto e volonta’. Se si antepongono gli interessi delle Caste Corrotte, iniziamo male…

  3.   

    Recuperiamo la nostra autonomia nazionale! L’UE che ci vuole comandare è soltanto lobby finanziarie e multinazionali! I popoli dei singoli paesi europei non potranno più  esercitare il loro diritto di decidere e di eleggere i propri rappresentanti politici e giuridici se continueremo a rafforzare l’UE e l’euro!
    Ci stanno rendendo schiavi! Apriamo gli occhi!