Antonio M. Rinaldi ha presentato ALTERNATIVA PER L’ITALIA in una conferenza stampa al Senato oggi 4 maggio 2016. Ecco il suo discorso.
E’ con profonda soddisfazione e determinazione che annunciamo per la prima volta in una sede Istituzionale dalla data di costituzione, avvenuta presso un Notaio in Roma lo scorso 22 marzo, la presentazione del movimento politico “Alternativa per l’Italia”. La nostra iniziativa è stata possibile perché un gruppo di cittadini liberi e indipendenti da altre forze politiche nazionali, ha ritenuto che fosse giunto il momento di sintetizzare, sotto una unica formazione politica, tutte le istanze per il riscatto del Paese.
Infatti Alternativa per l’Italia è stata costituita per garantire il rispetto dei diritti sanciti dalla nostra Carta Costituzionale nella sua versione originaria che prevedeva, fra l’altro, l’individuazione di un modello economico ben preciso a tutela dei cittadini e dell’intero “Sistema Italia”. Nella Costituzione Repubblicana è inserito un modello economico che specifica come si debba raggiungere il perseguimento della piena occupazione, di come debba essere salvaguardata la dignità del lavoratore e del suo salario, di come l’interesse pubblico debba costituire il limite invalicabile all’iniziativa privata che è libera, ma che non può svolgersi in contrasto con l’esigenza della crescita sociale generale, e per questo deve essere coordinata, di come la Repubblica debba attuare politiche di deficit che porteranno i loro frutti nel lungo periodo favorendo la diffusione del risparmio e del benessere della popolazione e di come debba svolgere il compito che la Costituzione le impone nella lotta alle disuguaglianze.
Inoltre la nostra Costituzione prevede precise garanzie e tutele sociali attualmente ignorate e calpestate causa dell’adozione di principi che si rifanno invece alla stabilità dei prezzi e al perseguimento del pareggio di bilancio (addirittura anteposte per norma al benessere e alla pace) in nome dei vincoli esterni sanciti dai Trattati Internazionali.
Riteniamo, in ogni caso, che il diritto comunitario è, e debba rimanere, sempre subordinato al diritto Costituzionale (vale a dire che non fa parte della normativa disponibile), così come ribadito più volte dalla stessa Consulta e come avviene ad esempio in Germania. Già da ora annunciamo che aderiremo con entusiasmo al Comitato per il No al Referendum Costituzionale previsto per il prossimo ottobre con il massimo impegno.
Siamo per il pieno recupero della Sovranità nazionale, non solo intesa come monetaria, come elemento imprescindibile e non negoziabile, poiché essa è da noi considerata la via per garantire il rispetto della democrazia. Stiamo assistendo invece a continue cessioni di sovranità non previste nella Costituzione, in quanto l’art.11 regola eventuali sue “limitazioni” a condizioni di parità con gli altri Stati solo se necessarie per perseguire pace e giustizia fra le Nazioni. Tali indiscriminate cessioni di Sovranità sono da noi considerate perseguibili penalmente a tutti gli effetti in quanto delitto contro la personalità dello Stato.
Vogliamo riattribuire al Parlamento nazionale la sua funzione di unico arbitro nella determinazione delle politiche economiche ad esclusivo vantaggio del Paese e non assistere più all’attuale ruolo affidatogli di certificatore passivo di decisioni prese altrove da una oligarchia autoreferenziale di burocrati non eletti. Desideriamo ardentemente riconsegnare ai cittadini il potere del voto sottratto in modo subdolo dai mercati.
Non ci identifichiamo nel panorama dei vecchi schemi previsti dalla politica, così come comunemente in uso nella dialettica politica. Siamo invece disponibili ad intraprendere e supportare iniziative comuni con chiunque persegua i nostri stessi obiettivi.
Ci batteremo affinché sia ripristinato il giusto equilibrio fra Democrazia, Stato e Mercato perché solo la corretta armonia fra questi tre elementi, che consideriamo alla base e cardine della società civile, è l’unica strada percorribile per ottenere giustizia, equità sociale e crescita condivisa ed inclusiva e non ad appannaggio di pochi. Sebbene conosciamo bene gli effetti non neutrali della moneta sul sistema economico, nella nostra visione essa deve essere solamente un mezzo da porre all’esclusivo servizio delle esigenze del cittadino e dell’economia reale e non un rigido dogma su cui decidere i destini di un Paese. L’economia deve essere uno strumento a disposizione della politica e non il contrario.
Le nostre iniziative saranno tese ad allacciare rapporti costruttivi con i partner europei affinché si proceda ad uno smantellamento concordato e pianificato dell’euro, in ogni caso se non si giungerà ad accordi condivisi, ci batteremo per l’uscita unilaterale dell’Italia dalla moneta unica, senza se e senza ma, prima che fatti traumatici infliggano altre maggiori pene alla popolazione e al sistema delle imprese. Per ottenere questo risultato non siamo contrari all’introduzione di qualsiasi strumento, anche monetario, che consenta di agevolare il percorso che giunge al ripristino della piena democrazia in tutti i suoi aspetti.
Siamo convinti che i popoli europei abbiano il diritto di non uniformarsi in modo coercitivo verso un modello che privilegia pochi a discapito di molti in quanto riteniamo che la sommatoria delle differenze di ciascun paese sia un valore aggiunto rispetto alla fusione forzata, obiettivo ultimo che l’Unione Europea sta maldestramente perseguendo senza il consenso dei popoli, avvalendosi di sistemi e metodi che non si ispirano minimamente ai più elementari principi previsti e sanciti dalla democrazia.
Alternativa per l’Italia (ALI) sostiene che la conduzione dell’Unione Europea e la sua moneta stanno privilegiano oltremodo la Germania a discapito degli altri paesi europei ad iniziare proprio dall’Italia, mentre i presupposti che animano il partito politico tedesco Alternative fur Deutschland (AfD) si ispirano alla convinzione che la stessa Unione Europea, ed in particolare la gestione della moneta unica, è a danno della Germania e dei cittadini tedeschi che ne sopportano costi ed oneri.
Tutti i punti del programma che Alternativa per l’Italia intende perseguire sono riportati sulla propria pagina web e sul blog Scenarieconomici.it. In questi giorni si stanno moltiplicando velocemente in tutta la Penisola presidi locali e territoriali di supporto ad Alternativa per l’Italia.
Siamo per la difesa del Made in Italy e delle eccellenze italiane che consideriamo un patrimonio genetico preziosissimo da conservare a tutela del lavoro e della sopravvivenza delle PMI, vera forza del nostro Paese, da non disperdere o da sacrificare sull’altare delle regole europee e della globalizzazione selvaggia senza regole.
Probabilmente alcuni ci tacceranno di essere populisti economici. Ma il populismo economico non è una ideologia: esso e molto più semplicemente un grido di sopravvivenza delle classi lavoratrici sconfitte nella lotta avvenuta all’interno del processo di globalizzazione. Cercheremo di trasformare questo grido in maniera razionale per favorire un effettivo e radicale cambiamento.
Abbiamo le risorse per poter sostenere le nostre tesi in modo puntuale e scientifico e la capacità di divulgarle in modo semplice, comprensibile e fruibile da tutti i cittadini italiani desiderosi di garantire un futuro di dignità al Paese per il bene dei propri figli nel rispetto delle regole democratiche.
Abbiamo solo la fortissima determinazione e volontà di raccogliere e sostenere le sacrosante e più che legittime istanze e aspettative di riscatto che i cittadini e cittadine italiane non intravedono in altre forze politiche.