Nora Salman, la moglie del killer di Orlando Omar Mateen, tentò di dissuadere il marito dal compiere l’attacco al Pulse club sabato 11 giugno, prima che l’uomo si mettesse in viaggio per Orlando. Lo rivela un responsabile delle indagini sulla strage citato dal Washington Post. La coppia “sorvegliò il locale tra il 5 e il 9 giugno”, pochi giorni prima del massacro. Secondo Fox e Cnn, la donna accompagnò il marito anche a comprare il fucile semiautomatico AR-15 con il quale l’uomo ha compiuto la strage.
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TESTIMONI: “OMICIDA ERA GAY” – Continuano ad affiorare testimonianze sulla doppia vita di Omar Mateen, il killer del nightclub di Orlando, sposato e padre di un bimbo ma forse anche gay. Jim Van Horn, 71 anni, ha riferito all’Associated press di aver visto il giovane diverse volte al bar del Pulse. “Era omosessuale e cercava di rimorchiare uomini”, ha sostenuto. Alcuni psicologi hanno ipotizzato che Mateen avesse un conflitto sessuale che questa situazione potrebbe aver contribuito a scatenarlo contro i gay.
MATEEN “AUTO-RADICALIZZATO” – Quello del killer di Orlando è un caso di “auto-radicalizzazione, basata sulle cose viste su internet”. Lo afferma Jeh Johnson, il segretario alla sicurezza nazionale americano. Johnson inoltre ha sollevato il tema del rapporto fra le autorità e i motori di ricerca e coloro che ne controllano i contenuti. “Dobbiamo preoccuparci per l’aumento della violenza in casa”, aggiunge.
KILLER VISIONO’ ALTRI LOCALI – Dalle indagini emergono altre rivelazioni. Mateen, il killer, aveva visitato anche un altro locale gay di Orlando, il Revere che ha chiuso i battenti giovedì 9 giugno, poco prima della strage del Pulse. Il proprietario del locale, Micah Bass, ha confermato all’Fbi che Omar Mateen ha visitato il locale varie volte. Bass ha contattato le autorità dopo aver riconosciuto Omar in televisione. Bass è stato interrogato in queste ore e le autorità gli hanno chiesto di conservare tutti i video di sorveglianza. Il Revere aveva una capienza di 750 persone, più del Pulse. “Se avesse voluto uccidere più persone avrebbe avuto senso fermarsi qui”, afferma Bass sottolineando che uno dei suoi ex dipendenti è fra le vittime della strage.