L’ente di riscossione chiede un intervento legislativo al Parlamento. Nel 2015 è boom di recuperi: 8,24 miliardi, di cui 400 milioni per conto dei ministeri e 4,25 miliardi per l’Agenzia delle Entrate.
“Serve un sistema che ci permetta di sapere se un contribuente ha già pagato, i limiti non sono nello scarso dialogo con l’Agenzia delle Entrate ma per problemi legislativi e di privacy, serve un intervento legislativo che ci permetta di avere più informazioni”. Lo ha detto l’ad di Equitalia, Ernesto Maria Ruffini, nel corso di un’audizione alla Commissione di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria rispondendo a una domanda sulla difficoltà di chiudere pratiche anche in presenza di posizioni chiuse per il pagamento o per l’annullamento.
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Riscossioni da record nel 2015
Nel 2015, inoltre, sono aumentate sensibilmente le riscossioni di Equitalia per conto di Inps e ministeri mentre frena quella dei comuni che progressivamente stanno appaltando i servizi ad altri soggetti privati. L’anno scorso la riscossione complessiva ha raggiunto 8,24 miliardi di euro con una crescita dell’11% sul 2014. Al netto dei 4,25 miliardi (+8,2%) riscossi per conto dell’Agenzia delle Entrate, ha spiegato Ruffini, si è registrata una crescita del 24% (da 323,7 a 403,5 milioni) delle riscossioni per conto di altri enti statali (essenzialmente ministeri). Incremento sensibile anche per l’Inps (+18,6% a 2.374 milioni) e per altri soggetti come regioni, casse di previdenza e camere di commercio (+25% a 550 milioni). In aumento anche la riscossione per conto di Inail (da 92 a 111 milioni) mentre quella per conto dei comuni è scesa dell’11,4% (da 620,8 a 550 milioni di euro). Quest’ultimo dato, ha sottolineato Ruffini, si spiega con il fatto che “la legge prevede che i comuni non possano utilizzare Equitalia per la riscossione. Ci sono diversi Comuni non ancora pronti con i quali abbiamo prorogato ma mano a mano si stanno perdendo i comuni che si stanno affidando ad altri riscossori privati”.
“Riammettere anche chi è fuori dai vecchi piani di rientro”
Sarebbe “opportuno” estendere la possibilità di riottenere la rateizzazione delle cartelle esattoriali anche a chi ha un vecchio piano decaduto e che oggi non può rientrare anche potendo pagare tutte le rate scadute. Lo ha detto ancora Ruffini, nel corso di un’audizione alla Commissione Anagrafe Tributaria del Parlamento. “Sarebbe opportuno prevedere anche per coloro che hanno un piano di rateizzazione vecchio e decaduto la possibilità di rientrare nella rateizzazione pagando le rate scadute” ha detto l’ad, ricordando che con la rateizzazione vengono ormai pagati quasi la metà dei tributi a ruolo (49,6%) con “benefici sia per gli enti creditori che per i cittadini”.
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Il decreto 159 sulla riscossione, entrato in vigore il 22 ottobre scorso, ha previsto infatti la possibilità per chi aveva un piano di rateazione scaduto (quindi con almeno 5 rate non pagate), di ottenere nuovamente la possibilità di richiedere il pagamento rateale dei ruoli, saldando tutte le rate scadute. La legge ha aperto per circa un mese la possibilità di sanare le situazioni in essere prima dell’entrata in vigore del dlgs. Ma resta un vuoto legislativo per chi ha aveva piani di rateazione concessi prima dell’entrata in vigore del decreto, e finiti in “default” dopo il 22 ottobre 2015. Per loro resta preclusa la possibilità di richiedere nuovamente la rateazione anche saldando tutto il pregresso.
Pagamenti anche dal tabaccaio
Il pagamento delle cartelle esattoriali non sarà mai piacevole per i contribuenti, ma Equitalia sta studiando una serie di misure per renderlo almeno più comodo, evitando loro il disagio delle file agli sportelli. Ha annunciato ancora Ruffini. “A volte a seconda della situazione del momento e del calendario delle scadenze”, ha spiegato, “ci possono essere code più lunghe e difficoltà nel servire un numero ampio di contribuenti”. Anche perché, ha aggiunto, Equitalia non può assumere “lavoratori stagionali allo sportello per far fronte alle ondate di accessi”. Di conseguenza si sta “valutando l’ipotesi di allungare, in coincidenza di alcune scadenze, gli orari degli sportelli ” che al momento sono aperti dalle 8.15 alle 13.15. Inoltre, i servizi informatici di Equitalia sono al lavoro “per aumentare il numero dei servizi disponibili su internet e sfruttare le reti Sisal, Lottomatica e Poste Italiane” per i pagamenti, in modo da “aumentare le operazioni che si possono fare da remoto”.
I primi a utilizzare lo Spid per le banche dati della P.A.
L’ad di Equitalia ha infine sottolineato come l’ente di riscossione “sarà tra i primi a utilizzare lo Spid che permette di accedere alle banche dati della Pubblica amministrazione. Il nuovo codice sarà la quarta modalità di accesso al portale di Equitalia”.
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Roma, sgominata la “cricca” che truccava i ricorsi tributari
Una vera e propria ‘cricca’ che in cambio di lauti compensi si occupava di ‘aggiustare’ i ricorsi tributari o di far ottenere facilmente sgravi fiscali. Con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla concussione e corruzione anche in atti giudiziari, i finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato 13 persone tra cui giudici tributari e funzionari pubblici. Il ‘percorso’ era noto solo agli ‘addetti ai lavori’ ed era così rodato da garantire il pieno successo di tutti i ricorsi proposti contro gli atti di accertamento del Fisco, anche dei più improbabili. Grazie, però, alle rivelazioni di un professionista, vessato dalle pressanti richieste della “cricca”, il muro di omertà ha cominciato lentamente a sgretolarsi e, tassello dopo tassello, è venuta a galla tutta la ‘rete’, composta da alcuni giudici tributari infedeli, dipendenti dell’Amministrazione Finanziaria – civile e militare – avvocati, consulenti e commercialisti. Le indagini, coordinate da un pool di magistrati della Procura della Repubblica di Roma e condotte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Velletri, hanno, infatti, rivelato come, grazie al pagamento di ingenti somme o in cambio di regalie di vario genere, numerosi contribuenti riuscissero a ottenere indebiti sgravi di imposte dagli Uffici dell’Agenzia delle Entrate o ad uscire vittoriosi nei contenziosi promossi davanti alla Commissione Tributaria Regionale e Provinciale di Roma contro gli atti di accertamento conseguenti alle verifiche subite dal Fisco.