Renzi e “l’odore di bruciato”. L’iscrizione di uno degli uomini oggi più vicini ad Alfano “è un avvertimento”, sospettano impauriti un paio di parlamentari molto, molto legati all’inquilino di Palazzo Chigi in gran segreto. La paura è che se il premier perdesse l’appoggio del fido Angelino, il suo governo (con relativa maggioranza di larghe intese) andrebbe a gambe all’aria prima ancora di conoscere l’esito del referendum di ottobre sulle riforme targate Maria Elena Boschi. Ce la faranno i pm a far pervenire la richiesta di arresto per Antonio Marotta (Ncd) prima che la campagna referendaria sia terminata? E se sì, cosa voteranno gli uomini delle truppe Pd? Da queste domande dipende il futuro dell’ex sindaco di Firenze. Si accettano scommesse.
Ma che… calura! Dicono nelle stanze della politica che la saga giudiziaria della famiglia Boschi, per il pasticciaccio brutto di Banca Etruria, non sarebbe ancora finita. Alcuni esponenti della minoranza dem, una volta potenti, ma ancora con qualche buona amicizia nelle procure, invitano a non distrarsi nella calda estate politica. In particolar modo quando al finir di agosto, settembre inizierà a spalancare le porte dell’autunno, “la stagione in cui i Boschi diventano freddi e spogli”, dicono. Restiamo dietro la siepe ad aspettare evoluzioni.
Raggi al chiar di luna. La notte porta sempre consiglio. Infatti sembra che le riunioni più fruttifere della neo sindaca di Roma, Virginia Raggi, avvengano di notte, o quantomeno al calar del sole, quando molti del mini-Direttorio che le correnti le hanno appioppato si dileguano in ristoranti e case private. Quando l’avvocatessa grillina resta da sola con i suoi fedelissimi, dicono, suggeriscono che a un certo punto si apparti nella sua stanza e chiami prima Milano e poi Genova. Non per prendere ordini, ma per comunicare le sue scelte. Ha bisogno di essere confortata? No, la sua è una strategia: prima che loro si impiccino, è lei a comunicare le sue decisioni. E quando chiede “che ne dite?” sentendosi rispondere tra l’incerto e l’imbarazzato “non lo conosco, ci fidiamo di te” praticamente mette spalle al muro i suoi interlocutori. Chi sono? Sveglia, abbiamo scritto che parla con Milano e Genova!
Scoppia la sinistra. Chissà se le voci che ronzano in questi giorni tra i palazzi romani sono veramente prive di fondamento. Si chiacchiera insistentemente, infatti, di una crepa abbastanza profonda tra l’ala appena arrivata in Sel dal Pd e la vecchia guardia. È un problema di linea politica: ovvero chi stava nel mega-partitone di massa si sente l’innato diritto di dare la linea, mentre chi ha sempre fatto parte del piccolissimo microcosmo vendoliano non avrebbe nessuna intenzione di cedere lo scettro del comando, quindi cedere anche la possibilità di comporre le liste elettorali. Sarà vero? E chi la spunterà tra le strane coppie Fassino-D’Attore e Fratoianni-Scotto? Ma soprattutto, Nichi, dal suo esilio dorato e gioioso per crescere il figlio, cosa dice? Kompagni contro.
C’è Semprini un perché. La scelta di Gianluca Semprini per la conduzione della prossima edizione di “Ballarò” non è una sorpresa, per chi frequenta e conosce gli intrecci di palazzo. L’ormai ex mezzobusto Sky ha tante amicizie in comune con il premier e il suo fido portavoce Filippo Sensi. Uno su tutti è Giacomo D’Arrigo, amico molto stretto di Renzi, oggi direttore generale dell’Agenzia nazionale giovani, carrozzone che non si è ben capito cosa faccia, ma che ufficialmente crea formazione per la futura occupazione delle nuove generazioni. Peccato, però, che la disoccupazione giovanile sia ai massimi storici e non accenna a scendere. Però un posto l’ha trovato, all’amico Semprini, oggi caporedattore Rai e conduttore dei meeting di Ang, che si è saputo conquistare uno spazio nel cuore del Giglio magico. Se sono rose fioriranno… gli ascolti.
robyuankenobi
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