La convention repubblicana “spaccata” a Cleveland è diventata quasi una certezza, dopo la vittoria di Ted Cruz nelle primarie di ieri in Wisconsin, mentre quello democratico è diventato almeno una speranza per Bernie Sanders, dopo il suo sesto successo consecutivo contro Hillary Clinton.
Cruz ha quasi doppiato Donald Trump, ottenendo un risultato che secondo lui «rappresenta una svolta nelle presidenziali». Sul piano politico, è forse il successo più significativo per il senatore del Texas dopo quello ottenuto a sorpresa in Iowa, perché dimostra la sua capacità di andare oltre il proprio elettorato evangelico di base, e di fatto rende molto improbabile che Trump riesca a conquistare i 1.237 delegati necessari a ricevere la nomination automatica del Grand Old Party. A questo punto, infatti, per riuscirci il costruttore dovrebbe conquistare oltre il 60% dei delegati ancora in palio, contro circa il 40% di media tenuto finora. Sul piano matematico è possibile, ma su quello politico è difficile. Questa impresa, però, è ancora più complicata per Cruz, che per riuscirci dovrebbe vincere oltre l’80% dei delegati ancora in palio, prendendoli in stati del nord est come New York, dove il suo avversario è favorito. Tutto questo avvicina la possibilità di una «brokered Convention», ossia di un congresso a Clevaland in luglio che dovrà scegliere il candidato di un partito spaccato.
Questo è anche il sogno di Bernie Sanders, nel campo democratico. La sua vittoria di ieri in Wiscosnin conferma che ha il «momentum», l’abbrivio positivo, e resta dominante dove nell’elettorato ci sono molti giovani e bianchi della classe media. Il vantaggio di Hillary nel conto dei delegati però resta difficile da colmare, a meno di non sottrarle i superdelegati che la favoriscono.
Sanders ormai punta proprio a questo. Difficilmente riuscirà a scavalcare Hillary, ma spera di impedirle di ottenere la maggioranza che farebbe scattare la nomination automatica, senza i superdelegati. A quel punto potrebbe sostenere che il consenso popolare è dalla sua parte, e chiedere ai superdelegati di cambiare posizione e appoggiare lui. Molto difficile, ma Bernie pensa che questa strada sia ancora aperta.
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Sono Ted Cruz e Bernie Sanders i vincitori delle primarie nel Wisconsin. Il senatore Repubblicano si sarebbe aggiudicato – in base allo spoglio del 59 per cento delle schede completato – il 50,1% delle preferenze contro il 33 per cento di Donald Trump e il 14,5% del governatore dell’Ohio John Kasich alle primarie Repubblicane. “Oggi è un momento cruciale della campagna elettorale”, ha dichiarato Cruz a Milwaukee. “Questa sera abbiamo speranza nel futuro”, ha aggiunto, dicendosi convinto che “la nostra campagna otterrà i 1.237 delegati di cui ha bisogno per conquistare la nomination Repubblicana per le presidenziali di novembre. Cruz ha anche detto di essere l’unico candidato capace di riunire il Partito Repubblicano e sconfiggere Hillary Clinton, favorita in campo democratico. “Hillary, preparati, arriviamo”. Hillary Clinton a sua volta è stata sconfitta da Bernie Sanders: stando al 60 per cento dei voti scrutinati, la ex first lady si sarebbe aggiudicata il 43,9 per cento dei voti contro il 55,8% di Sanders. Quest’ultimo non ha perso l’occasione di ricordare di aver vinto “sette degli ultimi otto caucus e primarie” con un ampio margine.
Donald Trump ha affidato alla sua campagna elettorale il compito di commentare l’esito del voto nel Wisconsin: “Ted Cruz è peggio di una marionetta, è un cavallo di Troia, usato dai boss del Partito che stanno cercando di rubare la nomination al signor Trump”, si legge in una dichiarazione fatta circolare dalla campagna. “Abbiamo completa fiducia nel fatto che il signor Trump andrà avanti fino a vincere a New York, dove secondo tutti i sondaggi può contare su un vantaggio sostanziale. Trump è l’unico candidato che può garantire il numero di delegati necessari alla conquista della nomination Repubblicana e sconfiggere Hillary Clinton o chiunque sia il candidato Democratico, per far sì che l’America torni ad essere grande”.