La Russia e l’Iran stanno valutando la possibilità di organizzare delle esercitazioni militari congiunte e uno scambio di osservatori. È quanto riferiscono i media russi secondo cui le manovre di addestramento congiunte sarebbero state uno dei temi di discussione durante l’incontro fra il ministro della Difesa, Sergej Shoigu, e il generale di brigata iraniano, Vali Madani, avvenuto a margine dei “war games” che la Russia sta ospitando in questi giorni.
Dopo la rimozione delle sanzioni internazionali i rapporti fra Russia e Iran, mai completamente congelati, sono decisamente ripartiti, in particolare nei settori energetico e della Difesa. Lo scorso 18 luglio Mosca ha consegnato la prima partita del sistema radar di difesa missilistica terra-aria S-300 all’Iran, una commessa che verrà completata entro la fine di quest’anno. In particolare, si tratta del modello S-300 Pmu2.
“La prima spedizione di missili S-300 è arrivata recentemente in Iran, e questo dimostra che il paese è determinato a dotare la propria aeronautica con questo strumento di difesa”, riferiva nell’occasione “Tasnim”, agenzia di stampa vicina alle Guardie rivoluzionarie. L’accordo iniziale per la fornitura dei radar da parte di Mosca a Teheran è stato firmato nel 2007 e prevede la consegna di cinque radar S-300. L’ammontare complessivo del contratto è di 800 milioni di dollari. Nel 2010 l’allora presidente russo Dmitrj Medvedv aveva vietato la consegna del sistema radar di difesa, ma nel 2010 l’attuale capo dello Stato russo Vladimir Putin ha tolto il divieto e sbloccato la consegna degli S-300.
L’accordo del 2007 prevedeva la consegna del modello S-300 Pmu1, ma, dopo quasi dieci anni, l’industria della Difesa russa ha lanciato la produzione di un nuovo modello del sistema radar, l’S-300 Pmu 2 che sarà quello consegnato all’Iran. Nelle scorse settimane, il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica iraniana, Farzad Esmaili, ha detto che l’S-300 sarà operativo entro la fine dell’anno, secondo il calendario persiano (20 marzo 2017).