Messo a punto un nuovo esame del sangue in grado di calcolare l’eta’ biologica di una persona rispetto a quella effettiva. Il test potrebbe essere utilizzato per rivelare con anni di anticipo il rischio demenza. Lo ha annunciato un gruppo di ricercatori del King College di Londra in uno studio pubblicato sulla rivista Genome Biology. Le persone “biologicamente” piu’ anziane rispetto all’eta’ anagrafica hanno piu’ probabilita’ di ammalarsi di Alzheimer, la forma piu’ comune di demenza. Per questo il nuovo test potrebbe rappresentare una svolta nella prevenzione e nel trattamento di alcune malattie molto comuni. In particolare il test consente di dare un punteggio su quanto una persona e’ invecchiata, analizzando una serie di marcatori genetici nel sangue.
Ad esempio, in 700 volontari di circa 70 anni d’eta’ apparentemente sani, il test ha calcolato un’eta’ biologica che differiva da quella anagrafica: c’e’ infatti chi ha ottenuto un punteggio compatibile con un’eta’ di 60 anni e chi piu’ compatibile con un’eta’ superiore agli 80 anni. Il test si basa sull’analisi della composizione dell’Rna, il “messaggero” genetico che lavora con i Dna nelle cellule dei diversi tessuti del nostro corpo. Analizzando migliaia di campioni di sangue, di cervello e di muscoli di pazienti con oltre 20 anni d’eta’, i ricercatori hanno calcolato quale fosse l’Rna ottimale per un 65enne.
In particolare, comprendendo come 150 geni differiscono in questa “firma ideale”, i ricercatori hanno capito quanto velocemente il corpo di una persona sta invecchiando. In seguito, hanno prodotto un apposito punteggio: quello piu’ elevato indica un invecchiamento sano, quello piu’ basso invece indica che una persona e’ biologicamente piu’ vecchia di quanto invece dovrebbe essere. “La nostra scoperta – ha spiegato James Timmons, autore dello studio – fornisce la prima robusta firma molecolare dell’eta’ biologica degli esseri umani e dovrebbe essere in grado di trasformare il modo in cui l’eta’ e’ utilizzata per prendere decisioni mediche”. Secondo i ricercatori, il test potrebbe essere prezioso ad esempio nella ricerca dei donatori di rene. I medici, infatti, utilizzano spesso l’eta’ per valutare se una persona e’ adatta a donare.
Usando invece l’eta’ biologica si avrebbe una valutazione piu’ accurata di come gli organi potrebbero essere sani piu’ in la’ nel tempo. Il nuovo test, secondo gli studiosi, dovrebbe essere messo a disposizione di altri ricercatori gia’ il prossimo anno come strumento per misurare i fattori che possono influenzare il processo di invecchiamento. (AGI)