Il blog di Beppe Grillo decreta l’allontanamento della prima cittadina per “grave violazione dei principi” del Movimento. Renzi:”L’idea che il monopolio della morale era nelle mani del 5 Stelle non esisteva, e ora è venuta meno”.
Il sindaco di Quarto (Napoli) Rosa Capuozzo è stata espulsa dal Movimento 5 Stelle. A più di 24 ore dalla richiesta di dimissioni del leader Beppe Grillo, il primo cittadino non si è ancora espressa pubblicamente e per questo è stata avviata la procedura di espulsione per “grave violazione dei principi”: “È dovere di un sindaco del M5S”, si legge sul blog, “denunciare immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia che riceve. Perché siamo il Movimento 5 Stelle e non un Pd qualsiasi”.
Capuozzo è al centro delle polemiche per l’inchiesta della Dda di Napoli che vede indagato l’ex consigliere grillino De Robbio per voto di scambio e tentata estorsione al sindaco. Nelle scorse ore gli uffici e la casa del primo cittadino sono stati perquisiti per cercare registrazioni e ulteriori documenti sulla vicenda. Capuozzo non è indagata, ma secondo il pm Woodcock ha avuto una “condotta non lineare e sicuramente da approfondire”. Nelle intercettazioni agli atti dell’inchiesta emerge che era al corrente del ricatto di De Robbio ai suoi danni, ma non lo ha denunciato.
Nel post con cui Grillo procede all’espulsione, intitolato ‘Noi nel M5S facciamo così #onestà’, sono riportate le parole del sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, intercettata, rispettivamente, il 24 novembre e il 16 dicembre 2015, in colloqui telefonici con i consiglieri comunali Concetta Aprile e Alessandro Nicolais. “La camorra a Quarto ha perso”, si legge sul blog, “perché non è riuscita a incidere in alcun modo sull’amministrazione e tutte le richieste pervenute sono state rimandate indietro duramente. Ma dalle parole di Rosa Capuozzo è evidente che si è trattato di un caso di ricatto da parte dell’ex consigliere Giovanni De Robbio, al contrario di quanto da lei stessa sostenuto nelle sue dichiarazioni pubbliche e di quanto riferito ai membri del M5S nei diversi incontri avuti, in cui ha parlato di semplici pressioni politiche”. Per questo Capuozzo doveva denunciare le minacce “perché noi – si legge ancora – siamo geneticamente diversi dai partiti che invece di sbattere la porta in faccia alla criminalità organizzata, come fatto a Quarto, la fa accomodare e sedere al proprio tavolo per spartirsi la torta. E la nostra differenza sta proprio nel non predicarla solamente, l’onestà, ma nell’applicarla giornalmente”. E si conclude: “Come diceva Paolo Borsellino in riferimento alla necessaria pulizia da fare all’interno dei partiti, non bisogna soltanto essere onesti, ‘ma apparire onestì, al di fuori di ogni dubbio e al di sopra di ogni sospetto”.
L’espulsione era ormai considerata scontata, anche se ha creato numerosi malumori dentro il Movimento. Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha criticato il metodo e il fatto che non ci sia stata condivisione con la base: “Chi l’ha deciso?”. Critici però anche alcuni parlamentari: dai campani Sergio Puglia e Paola Nugnes, ai deputati Luigi Gallo, Matteo Mantero e Silvia Benedetti.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul Fatto Quotidiano
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Il Direttorio del M5S: Mai saputo di minacce o ricatti. Ora quereliamo
In un video su Fb, Roberto Fico e Luigi Di Maio si difendono a spada tratta dall’accusa di essere al corrente di quanto stava avvenendo a Quarto. Non solo. Avvertono che chiunque scriverà il contrario verrà querelato. “Né io né Luigi – dice Fico – abbiamo mai saputo di nessun ricatto o minaccia da parte di qualcuno per ottenere qualcosa. Eravamo all’oscuro completamente, altrimenti avremmo denunciato”. “Chi sta dicendo che sapevamo – gli fa eco Di Maio – sta dicendo una falsità e verrà querelato, quereleremo tutti quelli che diranno questa bugia”. Fico, in particolare, si sofferma sul messaggino che gli è stato contestato. I 5 Stelle -annunciano- pubblicheranno tutti gli ‘screenshot’ del caso sui social. “Rispetto alla falsità che scrivono – chiarisce Fico – specifico che quel messaggio è stato inviato dopo l’espulsione di De Robbio”, dunque si riferiva all’invito a Capuozzo ad andare avanti. Anche Di Maio richiama uno stralcio di intercettazione che gli viene oggi attribuita, riguardo al fatto di essere a conoscenza di quel che accadeva a Quarto, ma il messaggio “si riferiva al capogruppo Nicolais. Ero stato messo a conoscenza del fatto che Nicolais intendeva cambiare il regolamento del consiglio comunale per aumentare i gettoni di presenza dei consiglieri, ma come ben sapete noi ci tagliamo gli stipendi e siamo fermamente contrari”.
Renzi: sono per il garantismo totale, non buttare croce addosso a sindaca
“Sono per il garantismo totale, lo ritengo un valore costitutivo della sinistra contro le derive giustizialiste. Dico che bisogna evitare strumentalizzazioni sul caso di Quarto. Questa giovane sindaca aveva chiesto aiuto ai dirigenti, ma hanno preferito tacere. È ingiusto buttare la croce addosso a lei. Si doveva dimettere? No, doveva semmai denunciare chi la stava minacciando o ricattando”. Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, rispondendo alle domande del videoforum di RepubblicaTv.
“L’idea che il monopolio della morale era nelle mani del 5 Stelle non esisteva, e ora è venuta meno. I deliunquenti ci sono sempre e scelgono interlocutori nei partiti. Io la pulizia del Pd l’ho fatta. Il M5S è un partito che ha persone oneste, come in tutti i partiti, ma questi onesti hanno bisogno di dire con chiarezza che in questa vicenda si vede una difficoltà a governare come succede a Livorno, Gela e tante altre città. È finito il tempo in cui dicevano che non sono tutti uguali. I 5 stelle sono un partito come tutti gli altri”, ha aggiunto.
Brunetta (Fi): sul caso intervengano Alfano e la commissione Antimafia
“Le ultime scoperte giornalistiche sul caso di Quarto rivelano che dirigenti politici nazionali del M5S sarebbero stati informati fin da novembre dei ‘torbidi’ che coinvolgevano esponenti del loro partito, ma avrebbero colpevolmente lasciato correre. Le personalità implicate sarebbero Luigi Di Maio e Roberto Fico, che occupano cariche istituzionali delicatissime, incompatibili con qualsiasi mancanza di trasparenza. Li invitiamo perciò a spiegare che cosa sapevano e perché avrebbero consigliato di ‘andare avanti tranquilli’. Avanti, un po’ di coraggio, uscite un attimo dal direttorio e dalle stanze di Casaleggio & C., noi di certo siamo garantisti fino in fondo e non faremo come fareste voi e sta facendo il Pd, adottando un moralismo a targhe alterne”. Lo afferma Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.
“Di certo è troppo comodo agire con una logica di depistaggio, come stanno facendo Grillo e Casaleggio di fronte allo scandalo di Quarto. Non credano di pulirsi la coscienza espellendo il sindaco Rosa Capuozzo come si fa in una bocciofila o imponendole con un martellamento psicologico le dimissioni. Quello che è accaduto riguarda una istituzione pubblica ed è necessario che gli organi dello Stato agiscano secondo le loro prerogative con la massima celerità e trasparenza”.
“Questo chiede Forza Italia: si muovano prefettura e ministero dell’Interno perché sia istituita al più presto la Commissione di accesso per verificare se esistano elementi per lo scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa. E se sia vero, come emergerebbe dalle carte, che la camorra a Quarto praticava la politica dei due forni: prima si rivolgeva ai Cinque stelle e poi eventualmente al Pd. Chiediamo che sulla vicenda accenda un faro la commissione Antimafia e la sua presidente Rosy Bindi convochi per un’audizione Fico e Di Maio”.