La sindaca di Roma rischia una condanna fino a 3 anni, ipotesi patteggiamento. Il leader del M5s spiazzato dall’ipotesi del falso.
“Virginia Raggi ha adempiuto ai doveri indicati dal nostro codice etico (da poco elogiato pubblicamente da Nino Di Matteo) informando tempestivamente il movimento e i cittadini dell’invito a comparire che ha ricevuto l’altro giorno.
Lei e’ serena e io non posso che esserle vicino in un momento che umanamente capisco essere molto difficile”.
Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo, smentendo le ricostruzioni pubblicate dal Corriere della Sera circa una telefonata molto tesa tra il leader del Movimento 5 Stelle e la sindaca di Roma, in seguito all’avviso di garanzia. (MF-DJ NEWS)
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“Virginia Raggi ha adempiuto ai doveri indicati dal nostro codice etico (da poco elogiato pubblicamente da Nino Di Matteo) informando tempestivamente il movimento e i cittadini dell’invito a comparire che ha ricevuto l’altro giorno. Lei è serena e io non posso che esserle vicino in un momento che umanamente capisco essere molto difficile”. Lo scrive Beppe Grillo, leader M5S, sul suo blog smentendo la ricostruzione del “Corriere della Sera” che raccontava di una telefonata furiosa con la prima cittadina della Capitale indagata per falso e abuso d’ufficio.
“I giornalisti del Corriere della Sera – prosegue – sono molto male informati o volutamente disinformati. La ricostruzione della telefonata pubblicata oggi è totalmente falsa, nonché ridicola. Altro che post verità, siamo arrivati alla fantanotizia, alla fake news come sistema. Mi dispiace per i lettori di questo giornale, che continuano a spendere soldi per ricevere notizie finte e inventate. Che senso ha spendere soldi per essere presi in giro? Valuterò con i miei avvocati l’ipotesi di una querela e pretendo un’immediata rettifica via web”. (Askanews)
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Che Roma fosse la città dei sette colli lo sapevano pure i grillini. Ma Virginia Raggi probabilmente non si aspettava di scoprire così presto che la strada per rimanere al Campidoglio sarebbe stata ben più ripida di quella percorsa per arrivarci.
Sconfiggere alle urne Giachetti non è stato poi così difficile. Ma nascondere sotto il tappeto inesperienza e debolezze politiche è molto più complesso.
Virginia Raggi è “colpevole” di aver commesso uno dei più grandi peccati secondo il regolamento grillino: dire bugie e mezze verità. Per questo Grillo è furibondo. Dopo la notizia di ieri sull’indagine a carico del sindaco, il comico non ha retto più. E secondo quanto scrive il Corriere, la telefonata con Virginia è stata drammatica. Per lei.
“Sono tranquilla. Ho rispettato le procedure. Risponderò a tutte le domande che la Procura mi vorrà fare”, ripete la Raggi ai giornalisti. Il problema è che i vertici del M5S si aspettavano l’accusa di abuso d’ufficio (avevano pure modificato modificato il regolamento interno, pensa!), ma quella di falso è un’ipotesi di reato cui non erano affatto preparati. E li mette in imbarazzo.
Immaginatevi la scena. Virginia entra in ufficio, racconta il Corriere, e sente squillare il telefono. Dall’altra parte dello smartphone c’è Grillo in persona e la cornetta scotta già prima dell’inizio della conversazione. Chi era presente dice che il comico abbia scaricato addosso al sindaco pentastellato una valanga di rimproveri poco cordiali. Fino a chiudere la chiamata con un urlo: “Mi hai ingannatooooo!”.
Amen. La frattura ormai sembra insanabile, ed è probabile sia così. Virginia a luglio voleva Raffaele Marra al suo fianco a tutti i costi come vicecapo di gabinetto. L’hanno pregata di non farlo, tra veleni interni e accuse di aver “infettato il M5S”. Lo mise allora a capo del personale, raggiungendo un traballante accordo. “Se va via Raffaele vado via pure io”, disse. Poi però spunta la nomina del fratello Renato, dalla municipale a responsabile del Turismo. Bel salto. La Raggi all’Anticorruzione aveva detto di aver deciso in totale autonomia, ma dai messaggi WhatsApp ottenuti dalla procura risulterebbe (e ripeto, risulterebbe) che la sindaca abbia scritto a Raffaele: “Si è liberato il posto di responsabile del Turismo, fai la domanda”. Insomma, Marra lo sapeva. E probabilmente ha pure imposto la nomina. La storia successiva è poi nota: l’arresto di Raffaele e quella poco credibile scusa della Raggi sputata addosso ai giornalisti in una finta conferenza stampa: “Marra? È solo uno dei 23mila dipendenti comunali”.
Come se non bastasse, a peggiorare la giornata di ieri ci si sono messi pure i consiglieri grillini, infuriati (e non poco) con il loro sindaco. Secondo il quotidiano di via Solferino si sarebbero urlati in faccia diverse accuse e pochi complimenti. Cosa succederà adesso? Non si sa. La sentenza della Consulta arrivata nella serata di ieri ha tolto un po’ dal fuoco le castagne della Raggi. La palla ora passa alla procura: più rapido sarà il percorso verso il processo, più breve potrebbe essere la storia politica del primo grillino al Campidoglio.
Fonte: Il Giornale